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Alexander Zverev non è stato certamente autore di una delle sue migliori stagioni della sua (ancora breve) carriera nel circuito maggiore. Ci si attendeva qualcosa di più dal tennista di Amburgo, che tra alti e bassi è riuscito comunque a strappare una non facile qualificazione per il Master di fine anno – di cui è ancora campione il carica dopo il trionfo nel 2018 -, nel quale se la vedrà contro Nadal, Medvedev e Tsisipas. Ripercorriamo insieme la sua stagione, che potrebbe cambiare notevolmente in base all’esito del torneo londinese.
IL 2019 DI ZVEREV – Pronti via e a Melbourne è già delusione, perché da testa di serie numero 4 ferma la sua corsa agli ottavi di finale: già al secondo turno il tedesco ha rischiato parecchio, facendosi rimontare da 2 set a 0 contro Chardy, prima di chiudere facilmente 6-1 al quinto. Punteggio ricorrente ma in negativo nel percorso di Zverev, perché ne incassa ben due da Raonic, che lo estromette dal tabellone australiano in tre set (6-1, 6-1, 7-6 per il canadese). La sconfitta prematura gli consente di aiutare la Germania a superare l’Ungheria nel primo turno dei playoff di Coppa Davis, con due comodi successi contro i carneadi Nagy e Borsos. Dopo circa tre settimane di pausa Zverev si rituffa a pieno ritmo nel circuito maggiore, presentandosi come testa di serie numero 2 e numero 3 della classifica Atp nel torneo 500 di Acapulco: grazie al buon tabellone che il seeding gli regala (fatta eccezione per la sfida quasi Next Gen con De Minaur) consente a Zverev di issarsi senza patemi fino all’atto conclusivo, fermandosi però di fronte ad una delle poche settimane felici di Kyrgios, che si aggiudica il torneo per 6-3, 6-4. La stagione sul cemento americano si chiude con la doppia trasferta nei Master 1000 d’oltreoceano a Indian Wells e Miami. In due tornei però Zverev raccoglie la bellezza di una sola vittoria sul campo (perché in entrambe le partecipazioni il seeding gli concede un bye al primo turno): a Indian Wells il tedesco approfitta del ritiro di Klizan, con il ceco sotto 6-3, 2-0, prima di subire una sconfitta impietosa contro il connazionale Struff, all’epoca 55 Atp, per 6-3, 6-1. A Miami, se possibile, il tennista di Amburgo fa anche peggio, fermandosi già al secondo turno regalando una delle ultime vittorie nel circuito a David Ferrer, che si impone in 3 set; e per sua fortuna la stagione del tennis si trasferisce sul rosso.
La terra sembra essere maledetta, almeno all’inizio, per Zverev: fuori al secondo turno di Marrakech contro Munar (7-6, 2-6, 6-3), terzo turno a Montecarlo sconfitto dal futuro vincitore Fognini, secondo turno a Barcellona contro Jarry (questa, a dir la verità , molto combattuta, con il cileno che vince in rimonta al tie-break del terzo) e quarti a Monaco sconfitto da Garin in tre set. Al Master 1000 di Madrid la condizione di Zverev sembra migliorare, perché finalmente arrivano punti importanti con i quarti (dopo aver posto fine alla carriera di Ferrer, superandolo al primo turno), sconfitto poi da Tsisipas in rimonta, ma a Roma arriva un altro secondo turno, fuori per mano di Berrettini. Scende la classifica Atp, che lo vede adesso in quinta posizione, ma arrivano finalmente i risultati con il trionfo nel torneo che precede il Roland Garros, ovvero il 250 di Ginevra, con un parco avversari non di primissimo livello ma comunque importante: vittorie quasi tutte sudate, con Dellien, Delbonis e in finale con Jarry, con il tedesco che si prende la rivincita sul cileno che l’aveva sconfitto a Barcellona imponendosi a sua volta al tie-break decisivo. Nel grande slam parigino le solite prestazioni altalenanti iniziano fin dal primo turno, dove rischia tantissimo contro Millman, facendosi rimontare da due set di vantaggio prima di chiudere al quinto (stesso percorso del terzo turno contro Lajovic, anch’esso superato al quinto). Un buon Zverev si prende invece la rivincita su Fognini, ma deve poi arrendersi senza appello a Nole Djokovic ai quarti di finale
La stagione sull’erba è un vero e proprio calvario, con risultati negativi a ripetizione: sconfitta al primo turno di Stoccarda contro Dustin Brown, quarti ad Halle (vittorie su Haase e Johnson prima di uscire per mano di Goffin), ma soprattutto primo turno a Wimbledon con l’eliminazione ad opera di Vesely. Pronto ritorno sulla terra e in casa, ad Amburgo, dove ritrova subito una piccola consolazione con la semifinale persa al terzo da Basilashvili, prima di trasferirsi ad agosto sul cemento nordamericano.
I due Master 1000 canadesi non regalano i risultati sperati, perché se a Montreal i quarti persi con Khachanov (con tanto di vendetta, al secondo turno, contro Basilashvili) posso anche essere accettabili in una stagione altalenante come la sua, lo stesso non si può dire della sconfitta al primo turno di Cincinnati con Kecmanovic, seppure in tre set, non può soddisfarlo per niente in vista US Open. Lo strascico di negatività prosegue anche nello slam, con Zverev che si issa fino agli ottavi passando solo attraverso maratone (vittorie in 5 set infatti contro Radu, Tiafoe e Bedene), prima di cedere in 4 set da Schwartzman. Tralasciando la goliardica parentesi della Laver Cup, poco indicativa per il rendimento stagionale del tedesco, Zverev vola in Oriente per la trasferta cinese: a Pechino arriva una buona semifinale (dove spicca il successo al secondo turno contro Auger-Aliassime), fermato da Tsisipas, bissata dall’ottimo torneo disputato nel Master 1000 di Shanghai, dove supera Federer e Berrettini prima di cedere in finale contro un ingiocabile Medvedev. Il ritorno in Europa non è fortunatissimo, con l’eliminazione al primo turno contro Fritz a Basilea e il terzo turno a Parigi sconfitto da Shapovalov.
COME ARRIVA ALEXANDER ZVEREV ALLE ATP FINALS? – Gli ultimi due risultati europei sembrano indicare una forma non ottimale del tedesco, forse anche un po’ stanco a causa delle tante maratone stagionali vissute soprattutto durante gli slam. Ma non bisogna neanche sottovalutare il percorso nella trasferta orientale, di rilevanza comunque recente: questo sottolinea come il tennis di Zverev vada molto analizzato ‘sul momento’, perché all’interno di un singolo torneo, o anche della stessa partita, il tedesco possa innervosirsi o andare fuori di testa (tennisticamente parlando). Difficile ritenerlo un outsider, ma l’esperienza della passata stagione insegna a tenerlo d’occhio.
I PRECEDENTI ALLE ATP FINALS ED IL PRONOSTICO – Per Zverev si tratta della terza partecipazione alle Atp Finals di Londra. Da esordiente – ma da numero 3 del mondo -, nel 2017, è partito subito forte superando CIlic, prima di arrendersi a Federer e Sock (futuro vincitore di quell’edizione, decisamente a sorpresa) ed uscire nel Round Robin. L’anno scorso è stato tutto un altro Zverev: vittoria su Cilic, sconfitta con Djokovic e spareggio decisivo per avanzare in semifinale contro Isner. La vittoria in due set contro l’americano spalanca lui le porte del penultimo atto, dove trova nuovamente Federer, su cui riesce a prendersi la rivincita dell’edizione precedente e grazie alla quale va a giocarsi il titolo. Di fronte in finale ritrova Djokovic, ma stavolta l’esito è diverso dalla sfida cui abbiamo assistito nel girone, perché il tedesco si riprende tutto con gli interessi, imponendosi per 6-4, 6-3 e trionfo alla O2 Arena. Sicuramente Zverev sa che si gioca tantissimi punti, fondamentali per la sua attuale classifica, e non sarà per nulla intenzionato a lasciare strada libera ai due quasi coetanei Medvedev e Tsisipas, cercando di dimostrare di essere all’altezza dei due talenti. Molto del suo pronostico dipenderà dalle condizioni fisiche di Nadal: se al 100%, al momento non è tra i favoriti per la semifinale sia per rendimento che per qualità ; ma un eventuale forfait dello spagnolo lo metterebbe in una posizione decisamente diversa.
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