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Un’altra stagione volge al termine e da domenica 11 novembre partiranno le Nitto Atp Finals 2018. In quel di Londra ci sarà la 49esima edizione dei migliori 8 del circuito maschile: la O2 Arena, per la 16esima presenza al Masters finale, potrà gustarsi ancora una volta Roger Federer.
Lo svizzero, l’uomo più atteso e più amato, a prescindere dalle scelte e dalla forma fisica: The King giunge Oltremanica e i media si muovono verso un fuoriclasse, che comunque vada, è sempre il protagonista del torneo che lo vede come il più vincente di sempre con 6 titoli e altre 4 finali perse.
L’elvetico ha staccato il pass per la capitale britannica da un po’ ed ora sarà addirittura seconda testa di serie dopo il forfait di Rafael Nadal, che anche quest’anno deve dire addio al sogno Finals, sua chimera. Il 20volte campione Slam ci arriva in buona forma, considerando le finali e i titoli di un’altra stagione sorprendente ma meno spettacolare e a sorpresa di quella della redenzione del 2017: ecco un viaggio nel 2018 del GOAT.
20 SLAM E VETTA: GOAT – Roger Federer riparte per il secondo anno di fila da Perth, dalla Hopman Cup, dopo essersi fermato in semifinale l’edizione precedente. Con 4 vittorie su 4 match sia della Svizzera, sua compagna Belinda Bencic, e in singolare, portano il classe ’81 al trionfo per la seconda volta in carriera a 17 anni dall’ultima.
Le condizioni fisiche e motivazionali sono ancora importanti, quindi, si ripresenta a Melbourne in fiducia come nel 2017: complice un sorteggio semplice, non perde alcun set fino alla finale. Un percorso netto, in cui batte Bedene, Struff, Gasquet, Fucsovics e la solita vittima sacrificale Tomas Berdych, conquistando la 43esima semifinale Major: Hyeon Chung ha problemi fisici e si ritira nel secondo parziale, quindi seconda finale di fila DownUnder contro Marin Cilic, nella rivincita di Wimbledon. Nella 30esima finale Slam, contro la testa di serie #6, Federer rischia di perdere ma la magia australiana lo aiuta a trionfare 6-2, 6-7, 6-3, 3-6, 6-1. Così, raggiunge i 6 titoli di Novak Djokovic e Roy Emerson e 20 titoli Major, come nessuno mai tra gli uomini.
Lo sconfitto 2017 Rafael Nadal ha problemi fisici, quindi, lo svizzero per una volta fa uno strappo alla regola alla programmazione e partecipa tramite wild card all’Atp 500 di Rotterdam. Dopo un primo turno agevole contro il qualificato Ruben Bemelmans, battuto 6-1 6-2, sconfigge al secondo turno il tedesco Philipp Kohlschreiber 7-6(8) 7-5 e nei quarti di finale Robin Haase con il punteggio di 4-6 6-1 6-1. In semifinale trova il tennista italiano Andreas Seppi, che sconfigge 6-3 7-6, per poi aggiudicarsi il torneo contro Grigor Dimitrov in una finale conclusa 6-2 6-2. Dopo 5 anni dall’ultima volta e 14 dalla prima, Federer torna numero 1 al mondo: è il tennista più anziano dell’Era Open a raggiungere tale risultato.
DELUSIONE E PAUSA: DECISIONE GIUSTA?- Il fenomeno svizzero continua la sua programmazione in stile 2017 e si presenta ad Indian Wells, dove ha non poche difficoltà, come nei quarti di finale contro Hyeon Chung oppure nella sua decima semifinale contro Borna Coric, battuto soltanto al terzo set dopo essere sotto di un set e un break. Poi, la beffa dopo aver sognato la doppietta: la bestia nera Juan Martin del Potro gli annulla 3 match point e poi trionfa 4-6 7-6 7-6 dopo oltre 2 ore. Il contraccolpo psicologico, ma anche delle fatiche fisiche, si avvertono subito: a Miami, perde al primo turno contro Thanasi Kokkinakis per 3-6 6-3 7-6 in un altro match ricco di rimpianti, perdendo la vetta della classifica.
Quindi, decide di nuovo di dare forfait alla stagione sul rosso: decisione giusta? Ai posteri si potrebbe dire di sì considerando che Nadal è stato ancora una volta dominatore, ma togliersi qualche soddisfazione, considerando pochi, ottimi, interpreti sulla terra rossa, ci poteva stare.
ERBA E STATES: QUANTI RIMPIANTI – La versione scintillante si ripresenta subito sull’erba, nel giardino di casa: esordisce a Stoccarda, dove riottiene la testa della classifica grazie al 98° successo in carriera in finale contro Milos Raonic al termine di una settimana complicata. Tra le vittime, anche Nick Kyrgios, che si vede strappare un successo certo: da quel momento l’aussie non si è più ripreso.
Allo stesso modo, ad Halle Federer non è impeccabile, tanto da rischiare contro Benoit Paire al primo turno annullando vari match point ed il suo ritmo lento e prevedibile viene aggirato dalla freschezza di Coric. Il croato questa volta batte il campione svizzero, che perde di nuovo la vetta: il momento poco positivo, soprattutto per quanto concerne l’aspetto delle palle break e dei match point, continua a Wimbledon. Il tabellone sembra agevolarlo di nuovo, ma ai quarti di finale, ecco che si imbatte sul gigante buono Kevin Anderson: non sfruttando un match point nel terzo: 2-6, 6-7, 7-5, 6-4, 13-11 il risultato finale a favore del tennista nativo di Johannesburg.
Nonostante la difficile sconfitta da digerire, che come dichiarerà in seguito è stata anche figlia di un problema al polso, Federer torna a giocare a Cincinnati in vista di Flushing Meadows. Sacrificato Toronto, dove trionfa Rafael Nadal, negli States il nativo di Basilea arriva in finale ma Novak Djokovic lo batte: è il preludio al sorpasso, che avverrà anche in vetta grazie ad una seconda parte di stagione da capogiro con ben due Major vinti.
Infatti, giunto a New York, Federer non convince per condizioni fisiche, come dimostrato, dopo una lezione al solito discontinuo Nick Kyrgios, lo svizzero perde contro la rivelazione John Millman: il giusto momento per una breve pausa.
OGER VERSIONE INDOOR: FAVORITO ALLA O2 ARENA? – Uno dei promotori della Laver Cup, anche quest’anno lo svizzero si mostra decisivo ai fini del punteggio con l’en plein di vittorie in singolare e lo storico doppio con Nole. La sua attitudine al cemento indoor nel finale di stagione è di buon livello, fermandosi soltanto contro chi è più forte di lui: infatti, anche se il livello non eccelso, riesce a giungere in semifinale a Shanghai, battendo anche Kei Nishikori ma venendo fermato ancora dal tennista croato Coric. Dopo il successo 2017, i punti persi gli sono fatali per scendere sul gradino più basso del podio.
Nonostante ciò, il padrone di casa domina Basilea, in finale contro Ernests Gulbis, trionfando per la nona volta: ragione per la quale giunge a Parigi-Bercy per la prima volta dopo 3 anni, proprio perché favorito da un buon record indoor.
Nella capitale francese gioca appena tre match, considerando il bye iniziale, poi, schiantati Fabio Fognini e Kei Nishikori, il 46° capitolo dell’infinita sfida di sabato contro il serbo è bellissima ma amara: la sconfitta arriva per nulla 7-6 5-7 7-6. La rivincita arriverà a Londra?