[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
Novak Djokovic ritorna alla O2 Arena per le Atp Finals di Londra 2018. Dall’infortunio che lo aveva tenuto fuori per la seconda metà del 2017 e un avvio di stagione complesso alla resurrezione che gli permetterà di chiudere l’anno al numero 1 del ranking: ripercorriamo i dodici mesi di Nole.
Il 2018 DI DJOKOVIC
Dov’è finito Nole?Tornerà ? Forse sì. Forse no. Se lo sono chiesti in tantissimi nella parte iniziale di stagione. Il serbo non sembra dare dapprima segnali incoraggianti. A Melbourne è Chung ad eliminarlo in 3 set agli ottavi di finale. C’è chi parla già di passaggio di testimone. Esagerato, è vero, ma il campione serbo appare un lontanissimo parente di quel fenomeno ingiocabile di un tempo. Il suo sguardo non è quello delle grandi occasioni, non urla, non sbraita, non esulta, la partita gli scivola addosso. E poi c’è la condizione fisica, precaria a dir poco. In America va anche peggio: ad Indian Wells è Taro Daniel ad eliminarlo con il punteggio di 7-6 4-6 6-1. Proprio il pesantissimo 6-1 del terzo set subito da un giocatore di caratura nettamente inferiore conferma tutti i problemi fisici del serbo. Non cambia la musica a Miami, dove è Benoit Paire a sconfiggerlo in 2 comodi set. I dubbi sulla sua condizione crescono, si susseguono voci, l’incertezza sul futuro del campione aumenta. Si apre poi la stagione su terra, che porta una grande novità (che poi non è proprio una ‘novità ’): il ritorno dello storico coach di Nole, Marian Vajda. Niente più santoni e una nuova dieta, tanta serenità : questa la ricetta di Vajda. E la vecchia guardia sembra portare i suoi frutti, già dopo appena un mese. A Roma infatti Nole torna a giocare un buon torneo fino alla semifinale, dove Rafa gli sbarra la strada 7-6 6-3. Pian piano si avverte, si sente che il campione di Belgrado sta tornando. Buono il Roland Garros,nonostante ci sia più di qualcosa da correggere. Ai quarti è il nostro Cecchinato a estrometterlo dopo una partita epica: 4 set di altissimo livello, 6-3 7-6 1-6 7-6 il punteggio, incredibile il tiebreak del quarto set vinto 13 a 11 dal siciliano.
Sull’erba, finalmente la svolta. Al Queen’s Nole perde in finale da un grande Marin Cilic. Sarà una delle ultime battute d’arresto del serbo perché Wimbledon sarà suo per la quarta volta. Battuto in finale uno stremato Kevin Anderson, ma la partita da ricordare è quella semifinale disputata in due giorni contro il rivale di sempre Rafa Nadal: 6-4 3-6 7-6 3-6 10-8 lo score di una delle più belle partite dell’anno. Passano i tornei e Djokovic oramai pare essere quello di un tempo. Incredibile se si pensa alle sconfitte clamorose dei primi 4 mesi dell’anno, spesso con avversari tutt’altro che eccezionali, ai dubbi e alle incertezze, allo sguardo spento. Tutto ciò sembra ora solo un lontanissimo ricordo:a partire da Wimbledon si contano solo 2 sconfitte, 3 se si conta quella in Laver Cup. Tsitsipas a Toronto, Khachanov in a Bercy sono gli unici che son riusciti a spezzare la sadica dittatura di Novak Djokovic. Nel mezzo le vittorie di Cincinnati e di Shanghai che lo issano a 32 Masters 1000 ed il 14esimo Slam, il terzo a New York. Dominati tutti, dal primo all’ultimo, anche un immenso Juan Martin Del Potro.
COME ARRIVA DJOKOVIC ALLE FINALS DI LONDRA
Chi pensa che la recente sconfitta contro il bombardiere russo Karen Khachanov possa minare le certezze di Nole si sbaglia di grosso. A Londra c’è un solo grande favorito ed è proprio il serbo. E sì, perché un brillante Roger Federer lo ha messo alle strette a Bercy, è vero, ma alla fine vince sempre lui. Nei punti che contano aziona il pilota automatico, spalanca gli occhi ed a sbagliare prima è sempre l’avversario.
I PRECEDENTI DI DJOKOVIC ALLE FINALS DI LONDRA
Nona partecipazione alle Finals per il serbo, undici se si considerano anche le due edizioni disputate a Shanghai. 4 le vittorie, 5 con la vittoria nel 2008 in Cina contro Davydenko. Manca a Londra dal 2016, anno in cui venne sconfitto in finale da un grande Andy Murray, l’ultima vittoria invece è targata 2015: in quell’occasione dominò Federer in finale 6-3 6-4. Negli anni addietro ancora vittoria su Roger nel 2014 per ritiro, su Nadal nel 2013 ed ancora su Roger nel 2012. Inutile dire che Nole ha un ottimo feeling con questo torneo, come con tutti quelli importanti del resto. Tuttavia il cemento indoor rende certo temibili anche Roger e, perché no, i big server come Anderson o Isner. Riuscirà qualcuno a fare lo sgambetto a Nole? O sarà ancora il numero 1 al Mondo a dettar legge? Ce lo dirà il campo da domenica 11 novembre.