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Tempo di semifinali per le ATP Finals 2023 e si può affermare – senza possibilità di smentita alcuna – che il pubblico di Torino e i tanti telespettatori da casa non avrebbero potuto chiedere di meglio. I quattro più forti giocatori al mondo, coloro che nel corso di quest’annata tennistica hanno più di tutti impressionato ed emozionato nei tornei più importanti, sono quelli che si contenderanno quest’edizione del ‘Torneo dei Maestri’, come si tendeva a chiamarlo tempo addietro.
Se alle 14:30 buona parte del Bel Paese sarà pronto a sostenere Jannik Sinner nel suo match che lo vedrà opposto a Daniil Medvedev, alle ore 21:00 la prima serata del sabato offre un più che succulento Djokovic-Alcaraz. E dando un’occhiata agli ultimi precedenti, il consiglio è di mettersi comodi e godersi quella che potrebbe essere un’altra memorabile battaglia. A Wimbledon quasi 5 ore di gioco sono servite allo spagnolo per agguantare il primo successo sull’erba londinese. 4h e 43′ per la precisione, che sembrano decisamente poche se rapportate alle 3h e 50′ impiegate per disputare l’atto conclusivo – un mese dopo e al meglio dei 5 invece che dei 5 set – del Masters 1000 di Cincinnati, dove il serbo riuscì a prendersi la rivincita con il punteggio di 5-7 7-6(7) 7-6(4) in uno degli incontri più belli dell’anno.
Giovedì sera il campione di Belgrado si è ritrovato – e non gli capita spesso – senza il controllo del proprio destino. A un passo dall’eliminazione e dal salutare Torino per volare verso Malaga, dove lo aspettano i suoi compagni di Coppa Davis. E invece, grazie alla vittoria di Sinner ai danni di Rune, ieri ha avuto l’opportunità di ripresentarsi al Pala Alpitour per gli allenamenti in vista della semifinale. E ora che ha a sua disposizione una seconda chance, sarebbe essere plausibile un po’ di timore intrinseco nell’animo degli altri tre rimasti in corsa per il titolo. Improvvisamente, colui che stava per abbandonare il torneo torna in corsa e si riprende anche i favori del pronostico. D’altronde è a due vittorie dallo scrivere un altro pezzettino di una storia infinita, in quello che diverrebbe il settimo trionfo alle Finals, superando i 6 di Roger Federer.
Dall’altra parte del net c’è un Alcaraz anche lui dato per ‘morto’ probabilmente un po’ troppo presto. Dopo la sconfitta contro Zverev si faceva riferimento a un’ultima parte di stagione piuttosto scarna di risultati, ancora una volta – come già accaduto lo scorso anno – con qualche problema fisico di troppo, e in più la poca esperienza su questi campi velocissimi. A distanza di qualche girono, il classe ’03 spagnolo pare aver ritrovato quasi lo smalto della prima parte di stagione. Ha alzato il livello di partita in partita e ora la fiducia per il prosieguo del torneo – pur consapevole di partire sfavorito contro l’esperienza del suo avversari odierno – è quasi ai massimi termini. “Il livello mostrato negli ultimi due incontri mi ha fatto capire che le chance di vittoria ci sono, a questo punto è d’obbligo pensarci”, ha dichiarato in conferenza stampa.
Ed è in generale un Alcaraz profondamente diverso da quello che a maggio – nell’altro precedente risalente a questa stagione -, finì per avvertire troppo la tensione, finendo per cedere sia a livello fisico che mentale al cospetto del più titolato giocatore della storia. “Penso di essere più forte mentalmente rispetto a quell’occasione – ha aggiunto alla vigilia -. Ho imparato molto da Parigi, sono pronto ad affrontare Novak”. E allora appuntamento alle 21:00, con la speranza che dal vincitore di questa sfida esca il nome dell’avversario di Jannik Sinner in finale.
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