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Terza qualificazione consecutiva per Dominic Thiem alle Nitto Atp Finals, in programma dall’11 al 18 novembre. L’attuale numero 8 della classifica mondiale sarà presente all’appuntamento londinese che vedrà gli otto migliori giocatori della stagione contendersi il titolo conquistato l’anno scorso da Grigor Dimitrov.
L’austriaco è stato sorteggiato nel Gruppo Lleyton Hewitt: i suoi avversari saranno Roger Federer, Kevin Anderson e Kei Nishikori.
Per Dominic il 2018 è stato un anno contrassegnato da alti e bassi. La stagione non parte nel migliore dei modi: l’austriaco, che non ha certamente un tennis adatto alla superficie rapide, viene prematuramente estromesso al quarto turno degli Australian Open dallo statunitense Tennys Sandgren. Nella parentesi prima della tournée americana, il 25enne torna nel suo habitat naturale, la terra battuta, conquistando il suo nono titolo Atp nell’Argentina Open. Dopo una breve tappa in Brasile dove non riesce a mantenere il titolo vinto lo scorso anno, l’austriaco incappa in un brutto infortunio nel terzo turno degli Indian Wells: dopo aver superato Stefanos Tsitsipas nel secondo turno, Dominic è costretto al ritiro contro Pablo Cuevas a causa di un fastidio alla caviglia che lo terrà fuori dall’attività agonistica per circa un mese.
Il ritorno in campo coincide con la stagione su terra pre-Roland Garros. Dopo i quarti raggiunti a Monte Carlo, è Alexander Zverev in quel di Madrid ad impedirgli all’atto conclusivo la prima vittoria in un Masters 1000 in carriera. Il Roland Garros si avvicina sempre più, così l’austriaco, dopo aver perso dal nostro Fabio Fognini nel secondo turno degli Internazionali d’Italia, decide di partecipare al torneo di Lione, dove da testa di serie numero 1 si aggiudica il suo decimo titolo Atp.
Arrivano i tanto attesi Open di Francia: Dominic è la testa di serie numero 7, ma in cuor suo sa che su terra battuta, quando in giornata, solo un certo Rafael Nadal può essergli superiore. Il cammino di Thiem rispetta le attese: l’austriaco elimina senza troppi problemi Nishikori e Zverev, prima di eliminare in semifinale il vincitore morale del torneo Marco Cecchinato. Nulla può in finale contro il Re di Parigi Rafael Nadal, il quale si conferma per la undicesima volta campione a Parigi.
La stagione su erba, tradizionalmente ostile, si rileva un totale fallimento: unica vittoria su tre incontri disputati quella contro Mikhail Youzhny nel primo turno di Halle. A Wimbledon è costretto al ritiro contro Marcos Baghdatis, questa volta è la schiena a dare fastidio. La stagione a questo punto subisce un drastico calo, e la classifica ne risente: l’austriaco si presenta agli Us Open da nona testa di serie, con l’obiettivo di dimostrare che anche sulle superfici rapide, se in giornata, può essere uno dei migliori. Dominic gioca un torneo encomiabile, superando nell’ordine Basic, Johnson, Fritz e Anderson, prima di cedere in un’epica battaglia conclusasi al tie-break del quinto contro Rafael Nadal. Nonostante la bruciante sconfitta, il buon torneo giocato è una grande iniezione di fiducia: qualche settimana più tardi si presenta in Russia, per il torneo di San Pietroburgo, dove l’austriaco riesce ad imporsi tornando così a vincere un torneo sul cemento a 3 anni di distanza dal primo. Negli ultimi impegni stagionali da segnalare la prima semifinale su cemento in un Master 1000 a Parigi Bercy, persa contro il futuro vincitore del torneo Karen Khachanov.