dall’inviato a Brescia
Luca Vanni è il vincitore dell’ATP Challenger di Brescia, dopo essere riuscito a convertire il quarto match point di un match clamorosamente di alto livello giocato contro il lituano Laurynas Grigelis. 6-7(5) 6-4 7-6(8) il risultato finale di una partita che ha vissuto momenti di grande spettacolo, apprezzato dal numeroso pubblico presente al Centro San Filippo di Brescia. Tanti anche i tifosi per Grigelis, che da ben 12 anni vive in Italia e che ha allietato il pubblico durante tutta la settimana.
Il toscano, vincitore del suo terzo Challenger in carriera, si è poi concesso in esclusiva ai microfoni di Sportface.it
Tre match su cinque vinti per 7-6 al terzo. Qui a Brescia c’è da dire che non ti manca il sangue freddo…
Qui a Brescia no, non mi manca. Però se finisce 7-6 al terzo vuole dire che avrebbe potuto succedere di tutto. Anche oggi, come avete visto, sono andato 6-3 nel tiebreak con due servizi e poi mi sono ritrovato sotto 6-7, prima di chiudere 10-8. Comunque c’è da dire che sono veramente felice, anche perché l’avere il sangue freddo non è proprio ciò che ha caratterizzato il mio anno, dove i tiebreak non sono stati miei amici. Ma a Brescia doveva essere così, e continuare a lottare giorno per giorno per raggiungere un obiettivo ti porta un po’ di fortuna alla fine, te la guadagni la fortuna.
Grigelis è un amico ed un compagno di allenamenti. Quando diventa più difficile il match sapendo che dall’altra parte della rete c’è un giocatore come lui?
Le difficoltà aumentano di sicuro, mi è capitato anche due settimane fa contro Thomas Fabbiano, con il quale ho girato per tanti anni assieme. Quella di oggi era una partita che sentivo molto, anche perché contro Laurynas avevo sempre perso in passato. Bisogna cercare in questi casi di separare la componente personale da quella competitiva. Non per diventare maleducato in campo, ci mancherebbe, ma per dimenticare l’amicizia pensando al tennis, diventando “nemici” per quelle due o tre ore necessarie. Sono match molto particolari da giocare.
Fisicamente come stai? Durante il match ho visto che hai avuto problemi alla spalla destra.
Alla fine del primo set non ho ben capito cosa sia successo, forse mi si è accavallato un nervo nella spalla, ma almeno dopo qualche massaggio andava meglio anche quando la alzavo. Però non era nulla di problematico, poi la partita è stata molto tirata, con tantissimi scambi, ed ho avuto modo di tenerla calda e fluida. Avevo sinceramente più paura per la gamba destra, che non sta benissimo. A prescindere vediamo domattina quando mi alzo come va… a freddo.
Vista la situazione, all’ATP Challenger di Andria ci vai?
Per il fatto di andarci, ci vado. Poi spero di poter giocare mercoledì, in modo da avere almeno un giorno pieno di pausa, in cui potermi allenare ed essere poi pronto per il mio primo turno.
Quando può aiutare finire una stagione, Andria a parte, in maniera così positiva, vista l’off-season e la preparazione per il 2017 in arrivo?
Tantissimo. Se solo penso che quest’anno ho fatto qualcosa come 300 punti in un anno e 190 nei due tornei che ho vinto… vuol dire che nel 2016 generalmente ho “vincicchiato”. Non dico di non essere soddisfatto, la stagione è andata male solo se si parte dal presupposto che ero 100 al mondo ad inizio anno. Ora però mi sono guadagnato la possibilità di giocarmi le qualificazioni degli Australian Open nonostante l’annata difficile e come ho già detto nell’altra intervista con voi qualche colpa ce l’ho io, mononucleosi a parte. Non voglio piangermi addosso però. Ora l’importante è trovare la continuità che serve per essere un giocatore tra i top100 al mondo.
Un’ultima cosa. C’era la tua famiglia oggi… e devo dire che ha fatto un tifo pazzesco!
La famiglia è arrivata un pezzo alla volta a partire da venerdì sera. Hanno esordito mio cugino e la mia ragazza, che sono arrivati per il match contro Robredo, ed io me ne sono peraltro accorto solo dopo il primo set [risata]. Poi ieri sono arrivati i miei genitori e con loro i loro due migliori amici, che considero praticamente dei genitori e che conosco da quando sono nato. Poi ieri ho vinto ed a quel punto non potevano tornare a casa! Papà inoltre è uno sportivo, sa cosa vuol dire combattere: sa accettare le sconfitte ma sa anche quali sono le soddisfazioni che porta una vittoria. In primis per me, ma anche per loro è bello aver potuto vincere. Comunque so che sarebbero stati orgogliosi di me, come io lo sono sempre di loro, anche se avessi perso 7-6 al terzo.
Qui potete ascoltare l’audio dell’intervista:
Ascolta Luca Vanni: “Questo è il modo migliore per chiudere la stagione”” su Spreaker.
Qui invece potete leggere la cronaca del match:
http://www.sportface.it/tennis/tennis-challenger-brescia-luca-vanni-trionfa-in-finale-su-grigelis/104919