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Gli US Open 2023 sono stati il torneo delle prime volte per Matteo Arnaldi, che sta vivendo la miglior settimana della sua carriera e sta dando seguito agli enormi progressi dimostrati nell’ultimo anno a questa parte. Probabilmente non ci si aspettava di vederlo così presto agli ottavi di finale di un torneo così prestigioso eppure non si può parlare del tutto di sorpresa. Il tennis dell’azzurro è infatti sotto gli occhi di tutti e le tre straordinarie prestazioni che gli hanno garantito la seconda settimana dello slam newyorkese non hanno fatto altro che confermare le potenzialità del classe 2001, solamente agli albori di una carriera che può regalargli tante gioie. Per godersi quanto fatto in questi giorni però ci sarà tempo: ora è già il momento di pensare alla delicata sfida contro Carlos Alcaraz, la prima in carriera contro un numero uno al mondo.
Inutile sottolineare che per Arnaldi si tratti di un impegno proibitivo, contro il giocatore più forte del mondo nonché il campione in carica del torneo. Per Matteo si tratterà comunque di un’esperienza unica, su uno dei palcoscenici più prestigiosi del pianeta, e oltre che cercare di godersela potrà scendere in campo senza aver nulla da perdere. Indubbiamente servirà un’impresa per far qualcosa in più del semplice uscire a testa alta, ma l’azzurro sta vivendo un ottimo periodo di forma e non parte affatto già spacciato.
Nonostante il cemento outdoor non sia la superficie su cui Arnaldi si esprime meglio, il primo exploit a livello slam in carriera è arrivato proprio a Flushing Meadows, peraltro dopo alcune vittorie notevoli. Dopo il comodo esordio contro Kubler, che si è ritirato all’inizio del secondo set, Matteo ha superato in cinque set Fils e poi con un netto 3-0 Cameron Norrie, numero 16 del mondo. Quindi la meritata sfida contro Alcaraz, che pur essendo di un altro pianeta non è apparso ingiocabile dal primo all’ultimo 15. Se nei primi due match lo spagnolo ha passeggiato, contro Evans ha invece lasciato un set per strada e per certi versi ha subito il gioco dell’avversario. Poi da buon numero uno al mondo (seppur ancora per poco, visto che a fine torneo verrà scavalcato da Djokovic) ha alzato il livello e conquistato la vittoria, ma comunque ha dimostrato di avere qualche piccolissimo punto debole.
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Tra i due non ci sono precedenti, neppure a livello Challenger, e Alcaraz partirà nettamente favorito, tanto che un successo di Arnaldi paga circa 15 volte la posta in palio. Volendo cercare qualche statistica positiva o comunque incoraggiante (seppur di relativa importanza), Matteo vanta un bilancio di 6-2 contro tennisti spagnoli e di 1-1 contro i top 5 affrontati (spicca la vittoria ai danni di Ruud a Madrid). Alcaraz però ha sempre vinto contro i tennisti azzurri tranne in occasione del match di Miami contro Sinner e nel 2023 ha sempre battuto avversari di 23 anni (o meno), tranne proprio Jannik in Florida.
Cosa deve fare Arnaldi se non per vincere almeno per avere qualche chance? Innanzitutto servire bene, come ha fatto contro Norrie, provando ad ottenere più punti diretti possibili. Inoltre, dovrà cercare di non scambiare troppo da fondo con Alcaraz, viste le difficoltà nel tenere il suo ritmo, e magari cercare di trovare qualche soluzione alternativa. Facile a dirsi, meno a farsi, tantomeno in un contesto inedito e con 22mila spettatori sugli spalti tendenzialmente dalla parte dello spagnolo.
“Giocare contro il numero 1 al mondo è un grande stimolo. Credo che Alcaraz sia uno dei giocatori più fisici del mondo, ma anch’io lo sono, quindi spero in una partita bella e lottata. Fisicamente sto molto bene” ha detto in conferenza stampa l’azzurro. L’augurio è che possa essere proprio un match combattuto, magari spalmato su 4 o 5 set. Poi, guardando in faccia la realtà, è lecito aspettarsi una comoda vittoria di Alcaraz. Ma sognare non costa nulla, specialmente a New York – che Alicia Keys nella celebre ‘Empire State of Mind’ definiva “giungla di cemento dove i sogni diventano realtà” – e l’Arnaldi ammirato in questi giorni ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per togliersi un’altra soddisfazione.
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