Laura Siegemund è una tennista dalle caratteristiche peculiari, facilmente riconoscibili, un unicum per ciò che concerne il circuito femminile. La carriera della giocatrice teutonica ha offerto due titoli Wta in totale, oltre che 12 trofei a livello Itf, davvero un numero esiguo se si consideri oggettivamente il suo talento. Siegemund è un’atleta esplosiva, estrosa, facilmente “infiammabile“ e davvero ostica se la si affronta in determinati momenti storici, come capitato nel corso della settimana d’oro del Porsche Tennis Grand Prix 2017 di Stoccarda, evento sulla terra rossa. “Sono una giocatrice dai due volti, complessa e tenace, disciplinata, ambiziosa. Posso capire che per un coach sia difficile allenarmi, perché tendo a dire sempre la mia, a mettere in discussione tutto, e non tutti sono disposti a giustificare sempre ogni decisione”. Con queste parole la tedesca classe ’88 ha descritto se stessa come meglio non avrebbe potuto, evidenziando i suoi punti forti e la sua meravigliosa imprevedibilità, la quale ha permesso l’arrivo a traguardi comunque importanti.
La favola di Stoccarda ha raccontato straordinarie vittorie di Siegemund contro Svetlana Kuznetsova, Karolina Pliskova e Simona Halep, sino ad arrivare alla finale contro Kiki Mladenovic, anch’ella sorpresa del torneo e giunta sino in fondo da assoluta outsider. La curiosità del suddetto atto finale del torneo tedesco riguarda le specificità delle due atlete, entrambe ottime doppiste, giocatrici di volo, superlative interpreti della smorzata, meravigliose agoniste, caparbie ed in grado di raggiungere qualsiasi obiettivo al massimo della loro espressione sportiva. La settimana è quella giusta per tutte e due le giocatrici e lo spettacolo in campo si tramuta in due ore e ventinove minuti di battaglia pura, non come fosse una finale qualsiasi, ma come si puntasse ad arrivare oltre ad ogni nuovo punto giocato, mostrando sempre di più il proprio potenziale mediante giocate sopra le righe.
Il primo set dell’incontro viene dominato da Siegemund, straripante ad ogni scambio ed ispirata da fondo campo: 6-1 e Mladenovic annichilita in tutto e per tutto, tecnicamente e psicologicamente. La tennista francese entra in campo con un altro spirito nel secondo parziale, propone con frequenza il concreto schema servizio/dritto e amministra con grande leadership la propria emotività, chiudendo con un rapido 6-2 e lanciando un segnale all’avversaria: “Io ci sono“. Il terzo set descrive la meravigliosa essenza delle due protagoniste, viene a crearsi un match-drama tipico del circuito Wta e break dopo break le atlete propongono il meglio di loro stesse, sino ad arrivare all’epilogo conclusivo, il tie-break. Mladenovic va rapidamente sopra 3-1 e mette a segno un rovescio lungolinea straordinario, che lascia di sasso Siegemund e le consente di arrivare sul 4-1, a tre punti dalla gloria e già forse mentalmente proiettata verso i festeggiamenti post-match. La tennista nativa Filderstadt non molla la presa sull’incontro e mostra una serenità superba, ritrova il suo gioco ed aggancia l’avversaria nella medesima modalità grazie alla quale era scappata, rovescio lungolinea fulminante e 5-5. La situazione si ribalta repentinamente e, sul 6-5 in favore della tedesca, Mladenovic prova un drop shot che Siegemund prevede in tempo, intuizione che le permette di optare per un passante in chop perfetto e dunque le garantisce un successo emozionante.
Siegemund ha raggiunto il massimo della propria carriera proprio conquistando Stoccarda nel 2017, dopo aver raggiunto la finale dello stesso torneo l’anno precedente, riuscendo ad esplicitare le sue qualità. La tedesca ha condotto una carriera al di sotto delle aspettative per certi versi, in quanto le potenzialità straripanti del suo gioco sono note ai più, ma non sono esattamente arrivate a chiunque come avrebbero potuto. La discontinuità della giocatrice tedesca è dovuta alla struttura fisica, che spesso non le ha permesso di affrontare ad armi pari opponenti alte e potenti, le quali non hanno consentito la completa realizzazione di un talento indiscutibile. Max Ernst diceva: “La creatività è quella meravigliosa capacità di cogliere realtà tra loro distinte e disegnare una scintilla dalla loro giustapposizione“. Laura Siegemund ha la capacità di cogliere tutte le sfaccettature di questo sport e giungere ad un disegno estroso dei vari mondi contemplati dal tennis stesso, unendo potenza ed eleganza, sino ad esprimere una semplice bozza, incomprensibile però ad ogni altra atleta.