Il torneo maschile BMW Open presenta un albo d’oro di tutto rispetto, ricco di campioni straordinari che hanno scritto vari pezzi di storia del tennis, fra i quali spiccano Ivan Lendl, Roger Federer, Tommy Haas ed Andy Murray. Fra questi campioni vi si sono aggiunti, gradualmente, anche parecchi insidiosi outsider, su tutti Philipp Kohlschreiber. L’atleta tedesco è in possesso di un talento sconfinato e fine, un insieme di potenza e leggiadria molto particolare, che gli conferisce uno status raro fra gli agonisti del circuito ATP.
Kohlschreiber ha conquistato il torneo con sede a Monaco di Baviera nel 2016, intraprendendo un cammino sublime che ha comportato l’eliminazione di giocatori dall’altissimo valore specifico. Il classe ’83 ha collezionato gli scalpi di Florian Mayer, Juan Martin Del Potro e Fabio Fognini, sino a trovarsi di fronte l’austriaco Dominic Thiem in finale, recentemente secondo solo a Rafa Nadal in quanto a percentuale di vittorie sul rosso. L’incontro è stato caratterizzato da colpi splendidi realizzati da due interpreti eccezionali del rovescio ad una mano: 2 ore e 32 minuti di spettacolo puro e intenso. Il colpo con il quale Kohlschreiber ha chiuso i conti è un riassunto perfetto della sua essenza sportiva, drop shot prezioso e volèe elegante ad offrire il via all’emozionante premiazione.
Il tennista nativo di Augusta è un esponente del tennis estetico che ha contraddistinto gli anni precedenti al 2000, intriso di amore per il gioco e di innata classe, seppur pragmatico nei momenti adeguati. I soli quattro titoli ATP ottenuti in carriera, peraltro ognuno dei quali 250, propongono una panoramica scorretta sulle potenzialità effettive dell’atleta tedesco, delineando un bottino sin troppo magro. Friedrich Wilhelm Nietzsche scrisse: “Parla il deluso: ‘Ho ascoltato per udire l’eco e ho sentito solo lodi’“. Kohlschreiber è un deluso per “narcisismo”, si specchia sulla maestosità dei suoi colpi, rincorrendo la gioia di esprimersi pienamente, mostrandosi, a sprazzi, un meraviglioso sportivo.