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Borna Coric è un talento particolare, tennista poliedrico e difficile da affrontare, ma allo stesso tempo fragile, perlomeno riguardo determinati aspetti. Il punto di forza del croato è saper adattare il proprio gioco a qualsiasi superficie e circostanza, proponendo talvolta uno stile propositivo e talvolta giocate di pura rimessa, ben interpretando entrambe le tendenze. Il tallone d’Achille dell’atleta di Zagabria è il fatto di non eccellere in qualcosa di particolare, paradossalmente, non possedendo dunque il classico colpo “sicuro“ che offre dei punti rapidi in circostanze complesse, come è il servizio per Isner, il rovescio per Paire ed il dritto per Berrettini.
Il primo exploit di Coric nel circuito Atp è datato 2017, avvenuto in territorio marocchino per il Grand Prix Hassan II di Marrakech. Il croato ha conquistato l’evento ad appena vent’anni, conducendo un percorso impeccabile e superando grandi ostacoli sulla terra rossa come Diego Schwartzman e Alberto Ramos-Vinolas. La finale ha visto di fronte Coric e Philipp Kohlschreiber, scontro ricco di emozioni e destinato a segnare la storia del torneo africano, caratterizzato peraltro da un agonismo sopra le righe esplicitato dai due atleti protagonisti. La modalità di conclusione del primo set ha rappresentato esattamente lo stato d’animo del croato, nervoso per il primo importante appuntamento della sua carriera: due errori gratuiti consecutivi sul 6-5 e 15-30 per l’opponente, conseguente 7-5 tedesco e match in salita.
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Il prosieguo della sfida si è rivelato però favorevole a Coric, il quale ha martellato da fondo campo con grande convinzione ed è riuscito a mantenere una certa continuità con il rovescio, colpo più “naturale“ fra quelli nel bagaglio tecnico, sino al 7-6(3) del secondo parziale. Il tie-break vinto dal croato è derivato da un set complessivamente lottatissimo, presentatosi dopo che il classe ’96 aveva annullato un match point sul 6-5 e 30-40 teutonico, grazie ad una sua gestione tatticamente ineccepibile del punto menzionato. Il terzo parziale è iniziato come meglio non avrebbe potuto per il giocare tedesco, a causa di un break in apertura attuato ai danni di Coric, peraltro in seguito ad un grave doppio fallo di quest’ultimo, che è valso il 2-1 di Kohlschreiber, in quel momento caparbio ed astuto. Il tennista di Augusta ha condotto le operazioni magistralmente sino al 4-3, per poi capitolare clamorosamente a causa di un servizio/dritto eseguito nel peggiore dei modi sul 30-40 a suo sfavore: 4-4 e nuovamente incontro in bilico. L’epilogo della partita è delineato da un recupero strepitoso di Coric sul risultato di 6-5 e 15-40 in suo favore, ricamo a rete ed esplosione di gioia per un 7-5 che è valso il primo titolo della sua carriera.
Borna Coric è un atleta estroso ed emotivo, spesso costruisce un meraviglioso castello con le sue giocate incantevoli, ma altrettanto spesso la costruzione si rivela di carta, approssimativa. La verve particolarmente battagliera del ragazzo di Zagabria è naturalmente un punto a suo favore, non molla mai e prova sempre a dar fastidio a chi ha di fronte, incappando in qualche errore o concedendosi dei rientri quasi insperati, come accaduto nel corso della finale di Marrakech in questione. Thomas Huxley diceva: “La pazienza e la tenacia di propositi valgono più del doppio del loro peso in bravura.” Coric è ambizioso e avrà tempo di dimostrare il proprio potenziale, con la consapevolezza di possedere ogni colpo per far male ai propri avversari. L’illustrazione del futuro non è nota, ma Coric è un grande disegnatore.
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