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Jim Courier era una bomba pronta a scoppiare ma si è fatto attendere qualche mese in più del previsto. Si può associare senza ombra di dubbio al torneo di Indian Wells 1991 il tanto desiderato salto di qualità del tennista statunitense. Reduce da una stagione al di sotto delle aspettative, nel mese di marzo il ventunenne dal dritto fotonico e un rovescio bimane decisamente personalizzato alzò la voce portando a casa addirittura la doppietta con Miami, preludio di un biennio da favola costellato dal numero 1 nel ranking e quattro Slam.
Courier si forma alla corte di Nick Bollettieri ma per il “rosso” non è così semplice vista la predilezione del suo coach verso Agassi. “Il tempo gli ha dato ragione – ha confessato solamente qualche anno fa – ma io odiavo Andre. E’ sempre stato il suo pupillo, se avessi potuto gli avrei messo le mani addosso“. La personale rivincita si consuma proprio sui campi californiani. Jim, che nel frattempo si era affidato a José Higueras, da numero 26 al mondo elimina il ‘rivale’ (ora buon amico) Agassi al terzo turno e inizia la sua ascesa verso l’Olimpo. Nei quarti fa fuori un altro top-10, il numero 7 Emilio Sanchez, poi non lasciò scampo a Stich garantendosi la chance di lottare per il titolo contro Guy Forget.
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L’americano non partiva con i favori del pronostico, il suo avversario arrivava all’appuntamento con un record di 22 vittorie e appena 2 sconfitte stagionali e incamera anche il primo set per 6-4. Courier non si arrende, pareggia per due volte il conto dei parziali (6-3 il secondo, poi 4-6 e nuovamente 6-3) allungando il match al quinto. Nessuno dei due molla di un centimetro e i servizi la fanno da padrone: dodici turni senza break, frazione che sfocia al tie-break per una situazione inedita in una finale di questo torneo. Il 3 su 5 non è l’unica differenza con il tennis dei nostri giorni e Forget se ne accorge sull’1-1, quando una dubbia risposta di rovescio del suo avversario non viene chiamata out da giudice di linea e di sedia: il punto prosegue e il lob difensivo di Guy è fuori, consegnando un prezioso mini-break a Courier. Niente occhio di falco, un urlaccio all’indirizzo dell’arbitro tra i mugugni del pubblico è l’unico sfogo cui Forget si lascia andare ma quel 2-1 lascia strascichi pesanti a livello mentale. Jim vola sul 6-2, manca i primi due match point ma sfrutta il terzo facendo giocare una scomoda volèe all’avversario, terminata lunga. Dopo tre ore e mezza di lotta, in quella che probabilmente resta ad oggi la finale più intensa di Indian Wells, può finalmente correre ad abbracciare Higueras nel suo box: “Per quella vittoria devo ringraziare solamente lui”, dirà poi Courier dopo aver appeso la racchetta al chiodo. Con buona pace di Bollettieri.
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