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Il Bnp Paribas Open di Indian Wells è uno degli appuntamenti tennistici maggiormente prestigiosi, sia per ciò che concerne il circuito maschile sia quello femminile. Attenzionando quest’ultimo è interessante notare come l’albo d’oro si esprima con immediata chiarezza, fornendo indicazioni di base sulle trasformazioni che il tennis in rosa ha palesato nell’ultimo trentennio. Partendo dal 1990, una striscia vincente è stata rappresentata da atlete statunitensi, con Martina Navrátilová, Mary Joe Fernández, Lindsay Davenport e Serena Williams che hanno dominato la scena, conquistando ben 8 edizioni su 12 disponibili sino al 2001, lasciando spazio solo a campionesse assolute come Steffi Graf e Martina Hingis.
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La rotta a stelle e strisce è andata via via disperdendosi, a causa dell’avvento di giocatrici dell’Est-Europa che hanno segnato lo sviluppo del tennis degli anni ’00/’10, come Daniela Hantuchová, Maria Sharapova, Ana Ivanović, Vera Zvonareva, Jelena Janković e Victoria Azarenka, le quali sino al 2013 hanno dettato legge. La curva dell’albo d’oro di Indian Wells sembra vada di pari passo ai cambiamenti drastici che questo sport ha subito nel corso del tempo: prima regnava l’atleta esteta, tatticamente infallibile, elegante ed efficace, per poi lasciare lo scettro a potenza dei colpi, bracci di ferro da fondo campo ed una tenuta agonistica sopra le righe delle protagoniste.
L’ultima periodizzazione in esame è quella che va dal 2014 al 2019, con il primo anno dei citati che ha raccontato il meraviglioso successo dell’italiana Flavia Pennetta, in finale contro una giocatrice dell’Est come Agniezska Radwanska, forte segnale di “nuova era”. Difatti da quel momento in poi, il succedersi di giocatrici del calibro di Simona Halep, Elena Vesnina, Naomi Osaka e Bianca Andreescu, non ha fatto altro che inanellare strappi alle rigide regole che l’evento statunitense sembrava aver necessariamente imposto. Il Bnp Paribas Open non ha più un movimento a far da padrone, nè delle peculiarità specifiche delle giocatrici. L’ondata statunitense, Est-europea e “mista” lasceranno spazio ad un altro filone, quale sarà il prossimo?
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