Rafael Nadal che perde sul rosso fa sempre notizia, ancora oggi. Figurarsi sei anni fa, nel feudo di Barcellona contro un avversario battuto dieci volte su dieci nei precedenti. L’eroe per un giorno nel 2014 fu l’inaspettato Nicolas Almagro (2-6 7-6 6-4), il primo a festeggiare una vittoria sul maiorchino nel torneo catalano addirittura dal 2003, sconfitto da sedicenne da Corretja. Da quel momento in poi Rafa non aveva mai più sperimentato il significato della parola ‘sconfitta’ a Barcellona inanellando 41 vittorie di fila e nove titoli. In quella stagione, però, qualche crepa iniziava a intravedersi, con il primo campanello d’allarme acceso con lo stop a Montecarlo nei quarti di finale contro Ferrer: il sintomo di uno stato di forma non eccezionale ma che comunque non gli impedì di vincere il Roland Garros qualche settimana più tardi.
Nadal fu comunque costretto a ingoiare un boccone amaro in un torneo che di lì a qualche anno di distanza rinominò il centrale in suo onore, consentendogli di diventare il primo tennista ancora in attività a competere in un campo intitolato a se stesso. Rafa incappa in una di quelle giornate in cui non riesce a cambiar marcia, il dritto che non incide e che fluttua a metà campo, pronto a essere spinto dalle sbracciate di Nico. Nonostante un primo set a senso unico, il numero 1 al mondo non riesce a scrollarsi di dosso l’avversario e se lo trascina pericolosamente sino al tie-break, dove viene punito sul 5-5 da una mezza riga colpita da Almagro che lo manda fuori tempo e gli fa ciccare completamente la palla.
Il tennista di Murcia ne approfitta e allunga la contesa al terzo set, acquista fiducia e non si demoralizza dopo la partenza handicap sul 3-1. Nadal non va in fuga, si fa agganciare e va a sua volta sotto di un break mandando Nico al servizio per il match sul 5-4. Lo spagnolo meno quotato è al momento della verità, cinque anni prima riuscì a perdere sull’indoor di Bercy dal 6-5 40-0 e qualche fantasma, inevitabilmente, riaffiora nella sua fragile psiche. Per sua fortuna Rafa non c’è, non approfitta di due palle del contro-break sul 15-40 e ai vantaggi cede al secondo match point scatenando un’esultanza quasi da trionfo Slam per Almagro: paradossalmente una delle sue ultime gioie in carriera, terminata nel 2019, e tormentata da un doloroso infortunio al piede che lo condizionò proprio dalla semifinale persa malamente contro Giraldo. Appena in tempo per sfatare un ostico tabù.