Nostalgia della competizione, dell’ansia di gara, della routine d’allenamento? Tutt’altro. Andy Murray ha rivelato che il modo in cui sta vivendo il ritiro dal tennis è “l’esatto opposto” di quel che si aspettava. “Da quando ho smesso, mi sento davvero libero e ho un sacco di tempo per fare quello che voglio”, ha detto ai microfoni del programma Today di BBC Radio 4 il trentasettenne britannico, tre volte campione Slam, che ha chiuso la sua prestigiosa carriera dopo le Olimpiadi di Parigi. “Posso dedicare tempo ai miei figli e avere del tempo libero per giocare a golf o andare in palestra quando voglio – ha aggiunto –. È davvero bello e non me l’aspettavo. Mi aspettavo che il ritiro sarebbe stato duro e che il tennis mi sarebbe mancato al punto da farmi venire voglia di tornare nel circuito. Finora è successo esattamente l’opposto di quello che pensavo”, spiega Murray che rivela come “negli ultimi anni” ci fosse in lui “sempre un senso di colpa associato a quello che facevo”, in riferimento alla lontananza dalla famiglia. L’altro focus è sulle aspettative sempre molto alte che lo hanno circondato. “Per me è stato davvero dura raggiungere la finale a Wimbledon e allo stesso tempo essere criticato per il lavoro svolto. Forse non è stato così, ma in base alla mia percezione mi sentivo attaccato anche quando me la cavavo molto bene, e questo è stato piuttosto difficile”.