Andreas Seppi ci ha preso gusto a Melbourne. Con la vittoria in volata al quinto set su Karlovic, l’azzurro centra per la quarta volta negli ultimi sei anni la seconda settimana confermando un feeling particolare con i campi degli Australian Open. Prendendo in considerazione anche gli altri Slam, infatti, il caldarese si è issato sino agli ottavi di finale in sole due occasioni, sul rosso del Roland Garros (2012, il primo in carriera) e sui graditi prati di Wimbledon (nel 2013).
DA TIPSAREVIC A KARLOVIC – Un rapporto, quello con i campi di Melbourne, iniziato non proprio nel migliore dei modi. All’esordio nel 2006 viene sorpreso al primo turno da Janko Tipsarevic, il serbo proveniente dalle qualificazioni poi entrato addirittura in top-10 con tanto di partecipazione al Masters di Londra nel 2011 e 2012. Ci ha messo un po’ Andreas per prendere le misure in Australia, anche a causa di incroci non particolarmente fortunati tra primo e secondo round. La svolta arriva nel 2013, con la maratona vincente al quinto con Istomin, un ‘must’ per gli Slam e vero e proprio talismano per Seppi: sia in quel caso che due anni dopo, il successo sull’uzbeko ha dato il via alla cavalcata verso gli ottavi di finale. Ed è proprio nel 2015 che Andreas raggiunge l’apice della sua carriera: dopo dieci sconfitte consecutive, l’altoatesino sfodera una prestazione da urlo eliminando Roger Federer al terzo turno. Una notte magica per i colori azzurri cui Seppi ha provato a dare continuità con l’idolo di casa Kyrgios. Tanti i rimpianti in un match che l’ha visto condurre per due set a zero e procurarsi anche un match point nel quarto set, con i primi quarti di finale Slam in carriera che sfumano al quinto set. L’occasione per la vendetta arriva nel 2017: un incontro quasi in fotocopia, ma questa volta è Andreas a ribaltare lo score da 0-2 ed imporsi per 10-8 al quinto prima di arrendersi in tre tie-break con onore a Stan Wawrinka agli ottavi. Arrivamo dunque ai giorni nostri, con un 2018 che pare nascere sotto una cattiva stella vista la mancata qualificazione a Doha. Seppi ha però l’umiltà e la voglia di risalire la china, ritorna nel circuito Challenger a Canberra e vince il titolo, una importante iniezione di fiducia in vista di Melbourne. E la scelta paga: dopo un primo set balbettante con Moutet, pochi problemi sia con il francese che con Nishioka in un match che sa di antipasto di Davis. Poi qualche fantasma con Karlovic, il quale rimonta due parziali di ritardo e tiene sino all’8-7, prima di soccombere ad una serie di ottime risposte di Seppi che chiude la contesa per 9-7 al quinto dopo quasi quattro ore di battaglia.
SEPPI E IL QUINTO SET, (QUASI) UNA GARANZIA – Delle trenta partite giocate al quinto set in carriera in un torneo dello Slam, ben dodici hanno avuto come teatro Melbourne e il record (in generale positivo, 19-11) è a dir poco incoraggiante: in due occasioni su tre (8-4) è Andreas a spuntarla nella frazione decisiva, in due di questi casi ribaltando tra l’altro uno svantaggio di due parziali. Un elemento importante nell’analisi dei traguardi raggiunti dall’altoatesino che sembra soffrire meno di altri le temperature infernali dell’estate australiana, senza mai tirarsi indietro dalla lotta.
ITALIANI A MELBOURNE, SEPPI TRA I MIGLIORI – Non avrà (ancora) raggiunto il picco toccato da Cristiano Caratti con il quarto di finale raggiunto nel 1991 – con tanto di scalpo di Krajicek in cinque set – ma l’altoatesino è sicuramente il più continuo e Melbourne con i suoi quattro ottavi di finale. Di certo le emozioni azzurre agli Australian Open non sono mancate: è il caso di Renzo Furlan che nel 1996 mise in riga Draper, Costa e Ivanisevic prima di cedere ad Enqvist, ma anche quello di Omar Camporese, vicino all’impresa contro Becker nel 1991 (ko solamente per 14-12 al quinto al terzo turno) e agli ottavi dodici mesi dopo fermato da Lendl. Ci riproverà invece l’attuale numero uno d’Italia Fabio Fognini (atteso da Benneteau sabato 20 gennaio) a tornare alla seconda settimana dopo quella raggiunta nel 2014, prima di arrendersi a Djokovic.