Nelle ultime 19 edizioni maschili del Roland Garros di giocatori in grado di aggiudicarsi il titolo non ce ne sono stati molti: per 14 volte si è ripetuto il Re di Parigi, Rafael Nadal; poi tre trionfi per Novak Djokovic e un successo per parte per Roger Federer e Stan Wawrinka. Che questa sera avremo un nuovo vincitore, quindi, è già una notizia non di poco conto. Carlos Alcaraz a soli 21 anni va alla ricerca del suo terzo torneo dello Slam, mentre Alexander Zverev insegue la sua ‘prima volta’ a livello major.
ALCARAZ
Il classe ’03 spagnolo, già in grado di festeggiare nel 2022 agli Us Open e nel 2023 a Wimbledon, potrebbe ritrovarsi tra poche ore con il solo trofeo degli Australian Open mancante nella sua bacheca. A Parigi, nel corso della sua giovanissima carriera, si è sempre riuscito a migliorare: terzo turno nel 2021 alla sua prima partecipazione in main draw, poi i quarti dell’anno successivo e infine la semifinale di un anno fa con i crampi che condizionarono il suo match contro Novak Djokovic. Il momento, dopo l’affermazione in 5 set ai danni di Jannik Sinner in quella che da molti veniva considerata la finale anticipata del torneo, sembra quello propizio per agguantare il titolo. ‘Carlitos’ arrivava nella capitale francese tra mille interrogativi a causa dell’infortunio all’avambraccio che ha condizionato il resto della sua stagione sulla terra battuta, ma in queste due settimane il suo è stato un crescendo e qualsiasi fastidio di natura fisica è ormai alle spalle. Il dritto è tornato l’arma che è sempre stato e l’allievo di Juan Carlos Ferrero ha acquisito maggiore fiducia incontro dopo incontro. E il match giocato e vinto contro il prossimo numero uno al mondo nel penultimo atto della competizione gli avrà sicuramente donato ancora più sicurezze.
ZVEREV
Dall’altro lato della rete un Alexander Zverev che, più o meno nel silenzio generale, è in striscia aperta di vittoria da ben 12 partite tra Roma e Parigi. Il tedesco già al Foro Italico aveva fornito segnali incoraccianti e a Bois de Boulogne, nonostante un tabellone complesso sin dal primo turno, è riuscito a venirne fuori con autorità . Un tabù, quello delle eliminazioni in semifinali, è stato sfatato dopo tre sconfitte (e un tremendo infortunio) tra il 2021 e il 2023. Ora c’è quello con le finali Slam. Non un vero e proprio tabù, d’altronde ne ha giocata solo una. Eppure è difficile che la scorsa notte Sascha non abbia ripensato a quella sfida a Flushing Meadows contro Dominic Thiem. In quel caso partiva con i favori del pronostico, era andato anche avanti due set a zero ed ebbe l’occasione di servire per il match nel quinto set. Tutto inutile, a conquistare gli Us Open – in un’edizione del torneo senza pubblico nell’anno del Covid – fu l’austriaco. Un match che fu un turning point in negativo un po’ per entrambi: per Zverev che prima di oggi così in fondo non ci era più arrivato in uno Slam e che nel frattempo ha visto vincere il quasi coetaneo Medvedev e anche arrivare i nuovi giovani terribili sul circuito; ma anche per Thiem, che da un certo punto di vista non è stato più lo stesso da quel momento e che a fine anno appenderà la racchetta al chiodo. I dubbi, oltre che dal punto di vista tecnico con Alcaraz che parte chiaramente favorito, vertono anche sul lato mentale del nativo di Amburgo, mai apparso un cuor di leone nei momenti topici della sua carriera.
I PRECEDENTI E LA CHIAVE DEL MATCH
Magari giocare da underdog potrebbe rappresentare la svolta per lui, che comunque ha dimostrato di potersela giocare contro Alcaraz in più di un’occasione. Un matchup ricorrente negli ultimi anni e ancor di più negli ultimi mesi: ben nove scontri diretti, con Zverev che è in vantaggio 5-4 e riuscì a imporsi contro l’iberico nell’unico match giocato aa Parigi. Erano i quarti del 2022 e finì 6-4 6-4 4-6 7-6(7) per il teutonico, in grado di sorprendere il suo avversario odierno anche pochi mesi fa agli Australian Open, dove addirittura per un paio di set il match fu a senso unico: 6-1 6-3 6-7(2) 6-4 lo score finale per l’attuale numero 4 del ranking mondiale, che eliminò l’allora testa di serie numero due del torneo a Melbourne. Questo è il terzo torneo dello Slam consecutivo in cui si affrontano, dato che Alcaraz vinse nettamente l’anno scorso a New York. A livello tecnico/tattico la chiave resta il servizio di Zverev: è un grande battitore ed è il colpo con il quale spesso e volentieri riesce a togliersi dai guai. Per sconfiggere Alcaraz, tutto o quasi passa da lì: serve una percentuale alta di prime e in generale un rendimento enorme alla battuta per potersela giocare. Se cala il servizio, difficile immaginare uno Zverev che per 3 o 4 ore possa resistere sul rosso nella battaglia contro il giovane fenomeno di Murcia.