Matteo Berrettini ha risposto presente a Vienna. Dopo il ko amaro della scorsa settimana a Stoccolma, il tennista romano nella capitale austriaca si è garantito l’accesso ai quarti di finale e ora vuole fare un altro step in avanti verso l’agognato ritorno nella top-30 mondiale. E per un giocatore che ha iniziato a marzo la stagione da n°150 della classifica dopo sette mesi di stop e comunque costretto nel corso di questi mesi a saltare qualche appuntamento importante (vedi stagione sul rosso), rappresenterebbe l’ennesima dimostrazione del talento tecnico e soprattutto mentale che lo contraddistingue.
Fin qui a Vienna sono arrivate due vittorie diverse, ma una più importante dell’altra. Dopo l’affermazione ai danni di Marton Fucsovics è arrivato il successo in tre set su Frances Tiafoe al termine di un match al cardiopalma che si sarebbe potuto concludere ben prima rispetto a quanto poi effettivamente avvenuto. Un break di vantaggio nel secondo set, tre match point non concretizzati. Insomma, le chances per chiuderla in due parziali Matteo le aveva avute. Vincendo poi al terzo avrà fatto magari accumulato un po’ di stanchezza in più, ma farlo in quel modo – non disunendosi dopo le occasioni avute e contro un fighter come lo statunitense – non può che donarti ulteriore spinta per gli ostacoli successivi. E l’identik risponde al nome di Karen Khachanov, che agli ottavi ha effettuato una bella rimonta su Brandon Nakashima e che è in striscia positiva da sei partite, essendo reduce dal trionfo nell’ATP 250 di Almaty.
Matteo questa sera alle 18:00 si gioca un altra fiche importante in chiave Australian Open e quell’obiettivo dichiarato negli scorsi mesi di raggiungere una testa di serie per il primo Slam della prossima stagione. Bisogna entrare nei 32 e ci siamo quasi: battere Fucsovics e Tiafoe gli ha permesso di fare già un bel balzo avanti nel ranking virtuale fino alla 34esima posizione. Vincere oggi vorrebbe dire proprio n°32. Ovviamente rimarrebbe tutto ancora in divenire, ma ogni vittoria da qui in avanti sarebbe un altro tassello inserito nel puzzle.
I due si conoscono decisamente bene, perché se è vero che – soprattutto a causa dei problemi di Matteo, ultimamente non si sono incrociati, tra il 2019 e il 2021 i loro scontri diretti erano diventati un must. Ben quattro sfide ufficiali in due anni, con il classe ’96 italiano che le ha vinte tutte cedendo solo un set. Ha vinto sull’erba di Stoccarda e Halle, sul veloce all’aperto di Melbourne e anche al coperto a Sofia in condizioni simili a quelle che troverà oggi. Proprio al 2019 risale l’ultima semifinale indoor da parte dell’azzurro, proprio a Vienna, dove perse da Thiem. Due anni dopo, invece, fu fermato nei quarti per 7-6 al terzo da Alcaraz.