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Ritrovarsi la domenica con Jannik Sinner che si gioca un titolo importante, dobbiamo dirlo, sta diventando una più che piacevole abitudine. La stella del nostro tennis in questa sua stagione della consacrazione ad alti livelli continua ad inanellare vittorie e quest’oggi a Vienna ha la possibilità di centrare il decimo titolo della sua giovane carriera, il quarto in stagione dopo Montpellier, Toronto e Pechino. E quando c’è Jannik in una qualche finale ATP nell’anno solare 2023, generalmente dall’altro lato della rete troviamo Daniil Medvedev. Ebbene, su sei atti conclusivi raggiunti dal tennista italiano in questo 2023, ben quattro volte il trofeo del vincitore l’ha conteso al russo di Mosca. Non che ci sia nulla di particolarmente inusuale in questo dato, d’altronde parliamo di due top players che si esprimono al meglio sulle superfici veloci.
E a due settimane dall’inizio delle Finals di Torino questo match assume ancora più importanza. Se da un lato un torneo 500 probabilmente non aggiungerà granché alle carriere di entrambi, quella odierna è una sfida molto intrigante a maggior ragione dopo quanto si è visto poche settimane fa a Pechino. L’allievo di Simone Vagnozzi e Darren Cahill per la prima volta è riuscito a venire a capo di Daniil, la sua bestia nera in grado di batterlo sei volte in altrettanti incontri fino a quel momento. Jannik ha studiato, ha imparato da quelle sconfitte e ogni volta ha aggiunto un tassello al suo puzzle in vista del matchup successivo tra i due. Fino alla splendida prestazione in Cina che fece seguito alla vittoria in semifinale su Carlos Alcaraz.
Ora c’è quella che potrebbe definirsi come una sorta di prova del 9. Una vittoria nella capitale austriaca permetterebbe all’azzurro innanzitutto di acquisire ulteriore fiducia, ma soprattutto si tratterebbe del secondo successo di fila ai danni di Medvedev. Un segnale che effettivamente una svolta, anche nell’ambito di questo matchup specifico, c’è stata. Con le certezze costruite dal russo in un paio di anni che scomparirebbero quasi del tutto. E lo sa anche Jannik, che dopo la partita contro Rublev ha ammesso che “non conta chi ha vinto l’ultima volta, qui le condizioni sono diverse rispetto a Pechino. L’anno scorso qui mi ha battuto piuttosto facilmente”.
E poi ci sono le Finals di Torino. Obiettivamente il Sinner di quest’ultimo mese se non fosse per la presenza del solito Djokovic che pur non giocando da un mese e mezzo scombina un po’ i piani di tutti i suoi avversari, potrebbe tranquillamente essere considerato il favorito per il successo. Arrivarci con un altro titolo in bacheca e con un altro scalpo di Medvedev non farebbe altro che consolidare il suo status.
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