Sono arrivate anche le parole di Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis, che ha esposto il suo parere sulle Next Gen Atp Finals ai microfoni di SuperTennis. “Abbiamo avuto modo di verificare in questa settimana che – ha detto Binaghi – ci sono una serie di regole e di novità che non sono sconvolgenti e che anzi sono praticabili e compatibili con la storia e le tradizioni decennali del nostro sport. Diciamo che sanno garantire una certa continuità”. Credo che l’abolizione dei giudici di linea e l’introduzione del timer per i 25 secondi tra un punto e l’altro dovrebbe essere inserite in tempi brevi”.
SUL FUTURO DELLE NEXT GEN FINALS – “L’anno prossimo saremo ancora a Milano. Anzi, ci saremo ancora per quattro anni almeno. Non so però in quale parte della città. Di certo non ci ha ordinato il medico di venire o di restare qui in Fiera. Anche perché mi posso dire soddisfatto di come FIT e CONI abbiano saputo gestire una situazione emergenziale, quella di una città che è capitale industriale del Paese e che a oggi non ha un palazzetto degno di questo nome. A ogni modo ci confronteremo con i nostri partner, con l’ATP e con il CONI e sceglieremo, come sempre, nell’esclusivo interesse del tennis italiano quale sarà la strada migliore da seguire. Ripeto: sono però soddisfatto di come abbiamo trasformato questa situazione emergenziale in un evento di successo. Che adesso però deve diventare anche un successo economico”.
IL PAREGGIO DI BILANCIO – “Perché se c’è una cosa che fin qui non mi è piaciuta è il bilancio. Ho sentito in questi giorni Kermode, il presidente dell’Atp, dire che quella del Next Gen è una scommessa già vinta. Sono felice per loro ma per quanto mi riguarda sarà una scommessa vinta solo quando raggiungeremo il pareggio di bilancio. Risultato che puntiamo a ottenere già l’anno prossimo per poi fare profitto nelle seguenti tre edizioni”
SU GIANLUIGI QUINZI – “Posso dire di essere molto contento per Quinzi, che è un patrimonio del tennis italiano. Qui ha avuto una grossa iniezione di fiducia, e con lui anche il suo team. Si allena con un coach intelligente e capace (Fabio Gorietti, ndr) e questo dimostra che in Italia c’è la possibilità di integrare i programmi federali con l’iniziativa privata di coach privati”. Binaghi ha poi affermato: “Di lui dico quello che dissi quando vinse Wimbledon junior e quando sembrava che dovesse smettere di giocare: sarà un ottimo giocatore, e non bisogna mettergli sulle spalle obiettivi troppo grossi da raggiungere. Anche perché il trend dei risultati dei nostri giocatori negli ultimi anni nel circuito maschile, e mi riferisco ai Seppi, ai Fognini, dimostra che anche Quinzi potrà fare la sua parte senza fretta”.