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Il Tar del Lazio conferma la legittimità delle maximulte inflitte dall’Antitrust a conclusione di un’istruttoria che ha accertato l’esistenza di un’intesa nelle gare per l’assegnazione dei diritti internazionali del calcio in tv. Questa in sintesi la sentenza con la quale il tribunale ha unito le motivazioni relative ai tre ricorsi proposti da Img Media Limited, Img Worldwide Llc e BE4 Sarl in Liquidazione. A fine aprile 2019 l’Antitrust accertò un’intesa restrittiva della concorrenza nell’ambito delle condotte delle società Media Partners & Silva Limited, MP Silva srl in liquidazione, MP & Silva Holding sa (gruppo MP Silva), IMG Media UK Limited e IMG Worldwide LLC (gruppo IMG) e B4 Capital SA, B4 Italia srl e BE4 Sarl (gruppo B4). Le sanzioni furono di 3.136.392,26 euro per le società del gruppo B4, di 63.997.849,90 euro per le società del gruppo Silva, e di 343.645,50 euro per le società del gruppo IMG. Il provvedimento dell’Autorità fu impugnato, con i giudizi che si conclusero con la conferma della legittimità dell’accertamento, ma con la rideterminazione delle sanzioni (2.665.933,42 euro per le società B4, 424.020,10 euro per le società Media Partners e Silva Limited). Dopo aver sottolineato “la piena congruità del tempo occorso per contestare l’illecito” la cui durata è stata ritenuta “del tutto proporzionata e per nulla lesiva dell’affidamento delle società sanzionate”, il Tar ha ritenuto di disattendere la tesi dell’erroneità dell’accertamento operato dall’Autorità . “Premesso che le ricorrenti non contestano la sussistenza dell’intesa – si legge nella sentenza – deve rammentarsi che il porre in essere un’intesa restrittiva della concorrenza per oggetto costituisce un illecito di pericolo che, di per sé, già turba l’assetto del mercato, senza che occorra verificare se esso abbia prodotto concreti effetti dannosi”; effetti che “l’Autorità non ha mancato di individuare” valorizzando anche la cosiddetta “ipotesi controfattuale”, ovvero “il comportamento che le parti avrebbero avuto in assenza dell’intesa” dimostrando che “la Lega Calcio avrebbe ricavato un introito più alto dalla vendita dei diritti, se non vi fosse stato l’accordo vietato”.
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