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“L’inizio di stagione è stato veramente buono: già a Ruka mi sentivo bene ma un problema con i materiali non mi ha permesso di raggiungere un ottimo risultato . A Davos e a Dresda mi sono trovato veramente bene e ho portato due bellissime vittorie a casa, anche se gareggiare senza i norvegesi, soprattutto dal punto di vista tattico, non è la stessa cosa e di conseguenza ci sono molte più aspettative su di me, ma vincere sotto pressione è ancora più bello”. Lo ha detto Federico Pellegrino durante la trasmissione “Poligono 360” dei telecronisti di Eurosport Dario Puppo e Massimiliano Ambesi. Il fondista valdostano è reduce dalla doppia vittoria nella sprint a Davos e Dresda, dove però mancavano diversi atleti di punta.
“Le due vittorie sono arrivate in contesti diversi: Davos è un tracciato semplice, con la classica neve invernale, lo gradisco molto dal punto di vista tecnico – ha aggiunto Pellegrino -. Inoltre sapevo bene quale sarebbe stato il punto dove poter fare la differenza, ovvero la salita finale; e così infatti è stato. Dresda devo ammettere che non mi piace molto, neve molla e tante altre incognite, diciamo che i tracciati cittadini non sono proprio i miei preferiti. Quello di Oberstdorf Non sarà il tracciato dove abbiamo gareggiato la scorsa stagione, ci sono state alcune modifiche; per esempio la team sprint si svolgerà su un tracciato completamente inedito”.
Sull’assenza delle selezioni scandinave nelle ultime due tappe, Pellegrino ha risposto così:  “Io sono pagato per allenarmi e gareggiare, è il mio lavoro e su questo argomento la mia posizione è molto chiara: ci sono delle regole, che ovviamente vanno rispettate, e che ci permettono di gareggiare in sicurezza. Non avrebbe alcun senso logico non partecipare ad alcune tappe solo per l’assenza di nazionali importanti tipo la Norvegia e la Svezia”.
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