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Le due stagioni precedenti sono state, per Federico Pellegrino, ricche di soddisfazioni. Il fondista valdostano arriva quindi alla stagione delle olimpiadi carico di aspettative e in un’età (26 anni) in cui i progressi possono essere ancora tantissimi.
Pellegrino esordirà in Coppa del Mondo, nella tappa di Ruka (Finlandia). Su di lui sono puntati tutti i riflettori per quanto riguarda lo sci di fondo azzurro, dopo la strepitosa vittoria nello sprint individuale ai mondiali di Lathi 2017, in cui ha anche ottenuto un argento nello sprint a squadre, in coppia con Dietmar Nöckler. Ma il potenziale di Pellegrino non è certo spuntato fuori lo scorso anno. Dopo essere arrivato 14° nella classifica generale di Coppa del Mondo nel 2014/2015 (attualmente il miglior piazzamento), l’anno successivo il valdostano ha conquistato la vittoria della classifica Sprint grazie alle 4 vittorie, tra cui una ottenuta in Italia, a Dobbiaco.
La stagione alle porte però non può essere presa come quelle passate. La Coppa del Mondo è importante, certo, ma come ha sottolineato lo stesso Pellegrino le energie andranno dosate in modo da arrivare al top della condizione a febbraio, quando a Pyeongchang il fondista gareggerà per l’oro nello sprint a tecnica classica, un obiettivo dichiarato dallo stesso come il principale per il 2018. Come raccontato dallo stesso Pellegrino in diverse occasioni negli ultimi mesi, la preparazione del 2017 è stata ben diversa dalle precedenti. “Per scelta del mio allenatore Giuseppe Chenetti ha detto Pellegrino a Fondoitalia.it -, che io seguo con tanto scrupolo, non abbiamo effettuato delle vere gare, a parte quelle di skiroll estive. Così, ve lo posso mettere nero su bianco, ho una voglia di confrontarmi in gara che in autunno non avevo ancora conosciuto”.
Il fondista ha parlato più volte anche della sua condizione atletica, che secondo vari test effettuati in questi mesi sembra essere addirittura migliore delle scorse stagioni. E’ lecito quindi aspettarsi ancora miglioramenti, e soprattutto bisogna avere ben chiaro che un oro in Corea non è un miraggio ma un obiettivo concreto e raggiungibile.