Lo sci alpino si prepara a rivivere lo spettacolo di Schladming, dove martedì 28 e mercoledì 29 gennaio sono in programma i due night events delle discipline tecniche. La Planai ospiterà infatti prima lo slalom gigante e poi lo slalom, ultimo appuntamento per quanto riguarda le due discipline prima dei Mondiali di Saalbach-Hinterglemm, di scena dal 4 al 16 febbraio. Arrivata quest’anno all’edizione numero 30, la gara di Schladming rappresenta ormai un grande classico del Circo Bianco in materia di slalom, dal momento che fa parte ininterrottamente del calendario di Coppa del Mondo dal 1997 (con la sola assenza del 2013); discorso diverso invece in gigante, che vedrà soltanto la settima gara della storia tra i pali larghi sulla Planai.
Schladming ha debuttato come località ospitante della Coppa del Mondo nel 1973, quando fu sede di una discesa libera vinta dall’idolo di casa Franz Klammer, e ha visto in programma gare di velocità a fasi alterne (anche in super-g) fino agli anni ’90. A seguire la Planai è diventata di casa soltanto per lo slalom, la cui prima edizione risale al 1975, con vittoria di un altro austriaco come Hans Hinterseer; la pista è poi scomparsa dai radar fino al 1997, con la sola eccezione di una gara disputata nel 1990. A fasi alterne si è disputato anche lo slalom gigante, per quattro volte tra fine anni ’70 e fine anni ’80, prima di riprendere stabilmente solo nel 2023. Andiamo ora a vedere statistiche, record e risultati azzurri su questa pista in vista delle due gare della settimana.
I precedenti degli ultimi anni a Schladming
Nello slalom di Schladming della passata stagione è arrivato il timbro di Linus Strasser, il secondo per lui dopo quello del 2022; il 32enne bavarese spera di poter tornare a fare risultato su una pista a lui congeniale dopo un inizio di stagione piuttosto difficile, che non lo ha mai visto sul podio fin qui. Alle spalle del teutonico chiusero in ordine Timon Haugan e Clement Noel, quest’ultimo vincitore nel 2023 e che arriva alla gara di quest’anno fresco di successo sulla Ganslern di Kitzbühel. Il francese ha confermato la sua leadership nella coppa di specialità vincendo la sua quarta gara stagionale, e sembra aver superato il periodo di appannamento avuto a cavallo tra 2024 e 2025. Noel arriva a Schladming da favorito, ruolo che gli spetterà anche alla rassegna iridata di Saalbach, dove la gara tra i pali stretti chiuderà la manifestazione domenica 16 febbraio.
Per quanto riguarda invece lo slalom gigante, lo scorso gennaio Marco Odermatt firmò una delle sue nove vittorie stagionali nella disciplina; il fuoriclasse elvetico fu in grado di recuperare dopo un errore nella prima manche, rimontando dall’11esima posizione e mettendo in fila Manuel Feller e Zan Kranjec. L’anno precedente invece, nel 2023, anno che ha segnato il ritorno dello slalom gigante sulla Planai dopo oltre trent’anni di assenza, altra vittoria della Svizzera con Loic Meillard davanti al connazionale Gino Caviezel, mentre sul terzo gradino del podio ci finì Marco Schwarz.
I record della Planai
Storicamente l’appuntamento di Schladming sorride ai padroni di casa austriaci. In slalom infatti l’Austria può vantare ben 14 vittorie in 29 edizioni fin qui disputate, anche se il successo manca da ormai quattro anni, quando Schwarz centrò il primo posto nel 2021. Il digiuno potrebbe continuare anche in questa stagione, dal momento che in casa austriaca in campo maschile manca ancora il successo in Coppa del Mondo, risultato più unico che raro per una nazionale dalla grandissima tradizione. I tifosi di casa sperano in un exploit di Manuel Feller, campione di specialità in carica ma ancora a secco di podi fin qui, mentre lo stesso Schwarz sta lentamente ritrovando la condizione dopo un anno di assenza a causa del brutto infortunio patito a dicembre 2023.
Tra i pali stretti, i più vittoriosi con quattro successi ciascuno sono il norvegese Henrik Kristoffersen (2014, 2016, 2017 e 2020) e l’austriaco Benjamin Raich (1999, 2001, 2004 e 2007). Alle loro spalle a quota tre successi c’è Marcel Hirscher, mentre sono in cinque ad aver centrato il bis: Alberto Tomba, il finlandese, Kalle Palander, i due austriaci Mario Matt e Reinfried Herbst, e il già citato Strasser. Oltre allo slalom, l’Austria si può fregiare anche dei tre successi in super-g di Hermann Maier, mentre va citata anche la doppietta in gigante di Ingemar Stenmark (1978 e 1981).
I podi azzurri a Schladming
In casa Italia il podio sulla Planai in slalom manca esattamente da dieci anni. Nel 2015 fu infatti Stefano Gross a chiudere al secondo posto alle spalle del russo Aleksander Khoroshilov (primo e unico successo della sua carriera), bissando la seconda posizione già ottenuta tre anni prima nel 2012 dietro a Hirscher. Andando a ritroso, anche Manfred Moelgg è salito due volte sul podio a Schladming: nel 2004 fu secondo, battuto solo da Benni Raich, mentre nel nel 2008 chiuse terzo, preceduto da Matt e da Jean-Baptiste Grange. L’Italia può vantare due vittorie nella località della Stiria, entrambe in slalom e griffate da Alberto Tomba. Il fuoriclasse bolognese vinse nel 1997, anno del rientro in calendario di Schladming, e completò la doppietta vincendo anche l’anno successivo.
Gli altri due podi azzurri tra i pali stretti risalgono alle prime due edizioni: nel 1975 Piero Gros fu terzo, mentre nel 1990 il pusterese Konrad Kurt Ladstätter ottenne uno dei suoi tre podi della carriera con il terzo posto. Per quanto riguarda le altre discipline, da segnalare il terzo posto di Herbert Plank in discesa libera nel 1975, la seconda posizione di Kristian Ghedina sempre in discesa nel 1990, e per finire l’altro terzo posto di Luca Cattaneo in super-g nel 1998, uno dei due podi della carriera del bresciano, alle spalle di due mostri sacri come Hermann Maier e Stephan Eberharter. Menzione anche per il compianto Leonardo David, che a soli 18 anni chiuse terzo in gigante nel 1979 dietro a Stenmark e all’elvetico Peter Lüscher.
Schladming come sede dei Mondiali di sci alpino
Schladming è stata anche sede di due edizioni dei Mondiali, nel 1982 e nel 2013. Nella prima in ordine cronologico l’Italia non ha trovato grande fortuna, ottenendo soltanto il terzo posto di Daniela Zini nello slalom vinto dall’elvetica Erika Hess, con Maria Rosa Quario quinta; in questa occasione fu sfortunato Paolo De Chiesa, che nello slalom vinto da Stenmark chiuse al quarto posto, distante di soli 5 centesimi dal terzo gradino occupato dall’altro svedese Bengt Fjällberg. Infine fu quinto a meno di quattro decimi dal podio il compianto Bruno Nöckler in slalom gigante, gara in cui lo statunitense Steve Mahre negò la doppietta a Stenmark.
Andò meglio nell’edizione del 2013, quando gli azzurri hanno portato a casa tre medaglie. L’allora 23enne Dominik Paris vinse l’argento in discesa libera dietro al campione iridato Aksel Lund Svindal, di bronzo poi in super-g. Manfred Moelgg trovò poi il terzo podio mondiale della carriera con il bronzo in slalom gigante (in precedenza fu argento in slalom ad Ã…re nel 2007 e bronzo a Garmisch 2011), vinto da Ted Ligety. In campo femminile infine Nadia Fanchini fu d’argento in discesa libera alle spalle della francese Marion Rolland.
La situazione in casa Italia: come arrivano gli azzurri a Schladming
L’addio in mezzo alla stagione del responsabile tecnico Simone Del Dio è arrivato come un fulmine a ciel sereno ma fino a un certo punto, perché i risultati in slalom nell’ultimo biennio sono stati disastrosi. Il tecnico ha così deciso di lasciare, una volta appurato di non avere più la squadra in pugno e con la speranza di dare una sterzata al trend con le suo dimissioni. L’Italia ha rimesso in piedi le cose con lo slalom di Kitzbühel, dove Alex Vinatzer ha centrato il risultato più importante della carriera con il secondo posto sulla Ganslern. Il classe ’99 è finalmente riuscito a infilare due manche di livello, cosa che non gli capitava in slalom da tempo immemore, e dopo l’undicesimo posto della prima manche ha compiuto uno straordinario recupero fermandosi a soli nove centesimi dal primo successo in carriera.
In precedenza era arrivato il terzo posto in slalom gigante di Luca De Aliprandini, in un tempio della disciplina come la Chuenisbärgli di Adelboden. La speranza ora è che possano arrivare conferme dai veterani, e che questi risultati possano fungere da traino anche per i più giovani, con un ricambio generazionale che al momento tarda ad arrivare.