
Alberto Tomba - Foto IPA
Oggi celebriamo l’impresa di Alberto Tomba, che trent’anni fa coronò alla sua maniera una stagione da sogno. Ricorre quest’anno infatti il trentennale dell’ultima vittoria italiana al maschile della Coppa del Mondo generale di sci alpino, impresa portata a termine da Albertone, che proprio il 18 marzo di trent’anni fa vinceva alle finali di Bormio la sua ultima gara di una stagione strabiliante. Tre giorni prima aveva ottenuto la matematica vittoria della Sfera di Cristallo generale senza scendere in pista, ma in quel 18 marzo 1995 Tomba suggellò il suo annus mirabilis da 11 successi totali con una vittoria in slalom gigante, davanti al pubblico in visibilio e assiepato lungo tutta la pista Stelvio.
Alberto Tomba e l’agognata Coppa del Mondo
Facciamo un passo indietro di tre mesi. All’alba del 1995 Alberto Tomba ha da poco compiuto 28 anni ed è già uno dei migliori sciatori della storia. Si è infatti già messo al collo tre ori e due argenti olimpici, ha vinto 39 gare di Coppa del Mondo (meno solo di Stenmark e Girardelli in quel momento) ed è salito sul podio per 68 volte. Oltre al titolo mondiale, che arriverà l’anno successivo con la mirabile doppietta gigante e slalom di Sierra Nevada, manca all’appello soltanto la Coppa del Mondo generale. Si tratta di un traguardo agognato sia livello personale che per lo sci italiano, che non vince la Sfera di Cristallo generale da vent’anni, quando a riuscirci nel 1975 fu per la quarta e ultima volta in carriera Gustav Thöni.
Tomba insegue questo successo da oltre cinque anni, e se lo è visto sfuggire già in diverse occasioni: nel 1987/88 chiude secondo a 29 punti dal vincitore Pirmin Zurbriggen, poi l’anno successivo è terzo, mentre nel 1990/91 è di nuovo secondo, questa volta a 20 punti da Marc Girardelli. Nel 1991/92, stagione in cui viene introdotto il nuovo sistema di punteggi (i successi passano da 25 a 100 punti ), Tomba è nuovamente secondo, battuto questa volta dal polivalente svizzero Paul Accola, one season wonder se ce n’è uno (mai più tra i primi 10 della generale dopo quella stagione). Infine nel 1993/94 chiude terzo alle spalle di Kjetil André Aamodt e di Girardelli. Malgrado tutto, questo sembra essere l’anno buono, perché Tomba, sgargiante con la sua tuta color arcobaleno, è partito fortissimo.

La stagione 1994/95 di Alberto Tomba nel dettaglio
Ad inaugurare la stagione è lo slalom gigante di Tignes del 3 dicembre 1994, dove Tomba chiude quarto ai piedi del podio. Il pronto riscatto però arriva il giorno successivo sulle stesse nevi francesi, con il netto successo in slalom (rifilando oltre un secondo di distacco a tutti). È l’inizio di qualcosa di straordinario. Alberto infatti per i successi due mesi, da quel 4 dicembre al 4 febbraio 1995, vince tutte le gare a cui prende parte (ovviamente giganti e slalom), fatta eccezione per il solo gigante di Val d’Isere, in cui dopo l’ottavo posto della prima manche decide di non partire per risparmiarsi in vista dei due slalom di Lech in programma due e tre giorni dopo.
Il miracolo di Lech
Il 12 dicembre trionfa tra i rapid gates a Sestriere, poi a Lech il 20 e 21 dicembre piazza la doppietta sempre in slalom. Nella prima delle due gare rifila un secondo e mezzo a Thomas Sykora, poi il giorno successivo è protagonista di un numero memorabile: secondo dopo la prima manche, spinge a tutta ed incappa in un errore pesante, che lo costringe praticamente a fermarsi per rimanere dentro al tracciato per miracolo. Al traguardo quando si accorge di essere primo è incredulo, battendosi le dita sul casco, nel tipico gesto che indica la pazzia. All’appello manca solo Sykora, che pur senza sbagliare scia in maniera conservativa e finisce dietro a Tomba di due soli centesimi. È una delle vittorie più iconiche della sua carriera.
L’ultima gara del 1994 è in programma il giorno successivo, lo slalom gigante in Alta Badia. Sulla Gran Risa il bolognese torna al successo tra le porte larghe, che gli mancava da quasi tre anni (dal 20 marzo ’92 a Crans Montana), e per festeggiare si prodiga in una capriola davanti al pubblico in visibilio per le sue gesta.
Nel 1995 Tomba continua a vincere
Reduce da tre successi in fila, il trend non cambia con il nuovo anno. Albertone parte infatti fortissimo e porta a casa la vittoria in gigante a Kranjska Gora e in slalom a Garmisch (con quasi 2″ su Girardelli secondo), grazie ai quali prende il largo in classifica. Il campionissimo azzurro si ripete poi in slalom sulla Ganslern di Kitzbühel e sempre tra i rapid gates anche a Wengen, anche in questa occasioni con distacchi enormi su tutti gli altri. Il 4 febbraio poi arriva la prima e unica vittoria in carriera ad Adelboden sulla Chuenisbärgli, il vero tempio dello slalom gigante. Tomba sembra invincibile, un uomo in missione che regala spettacolo e non si accontenta mai, obbligando gli avversari a lottare per la seconda posizione.
A interrompere la striscia impressionante di otto vittorie è il 19 febbraio l’austriaco Michael Tritscher, vincitore nello slalom di Furano, in Giappone. Tomba sulla carta avrebbe avuto il match point per chiudere i conti in classifica generale, ma esce nella prima manche e deve rimandare i festeggiamenti. Anche il giorno successivo in gigante è l’Austria a farla da padrone, con il successo di Mario Reiter. L’azzurro questa volta non porta a termine la seconda, e chiude così il fine settimana nipponico a quota zero. A quel punto le discipline tecniche si prendono una pausa di tre settimana prima delle finali. Nel frattempo, nelle gare di velocità di Whistler e Kvitfjell, hanno recuperato terreno i rivali di Tomba, su tutti Günther Mader e Girardelli, che si avvicinano pur senza salire sul podio (su quattro gare arrivano tre successi azzurri Kristian Ghedina, Peter Runggaldier e Werner Perathoner).
Il gran finale a Bormio
L’appuntamento con la storia è dunque fissato a Bormio, dove sono in programma le quattro gare (una per disciplina) che chiudono la stagione di sci alpino. Accorrono in Valtellina oltre 40 mila persone, pronte a godersi Alberto Tomba sul tetto del mondo. Si parte il 15 marzo con la discesa libera, il primo match point a disposizione dell’azzurro pur senza gareggiare; Girardelli è distante oltre 300 punti, e gli serve un miracolo per tenere viva la corsa alla Sfera di Cristallo. Il lussemburghese non va oltre il 17esimo posto, e dunque per Tomba la Bomba arriva la conferma aritmetica del successo.
Vincere senza gareggiare però lascia un po’ di amaro in bocca ad Alberto, che dunque tre giorni dopo, il 18 marzo 1995, si presenta al cancelletto di partenza dello slalom gigante con la faccia di chi non è sazio, ma anzi vuole dare un’altra lezione a tutti per chiudere in bellezza. Tomba ha fatto segnare il miglior crono nella prima manche e scende dunque per ultimo nella seconda. Al cancelletto di partenza il suo vantaggio su Günther Mader è di 70 centesimi, che incrementa a 88 al primo intertempo. Diventano 49 al secondo rilevamento cronometrico, prima di commettere una lieve sbavatura; sul piano finale però riesce a far correre gli sci come lui sa fare e vince con 40 di vantaggio sull’austriaco. Il pubblico sulla Stelvio è in visibilio: è il giusto finale per una stagione da sogno, ai limiti dell’irripetibile.
L’indomani nello slalom conclusivo Tomba inforca nella prima manche, ma al termine della gara è comunque ovazione: riceve la Sfera di Cristallo generale, alla quale aggiunge anche le Coppe di gigante e slalom, che lo proiettano di diritto nel gotha dello sport.
La stagione da sogno di Alberto Tomba

La miracolosa annata di Albertone da 11 vittorie lo posiziona al terzo posto nella graduatoria all-time di atleti in grado di vincere il maggior numero di gare in una stagione. Meglio di lui hanno fatto solamente il transalpino Jean Claude Killy con 12 nel 1967 e poi a quota 13 una sfilza di nomi leggendari come Ingemar Stenmark, Hermann Maier, Marcel Hirscher e più recentemente Marco Odermatt (che ha centrato l’impresa per due volte consecutive tra 2022 e 2024).
Le 11 vittorie stagionali di Tomba nel 1994/95 sono ovviamente record per lo sci italiano, anche se nei prossimi giorni Federica Brignone potrebbe attentare a questo primato con le tre gare a disposizione alle finali di Sun Valley. La valdostana infatti si è portata a quota 10 successi con il trionfo in casa a La Thuile, e negli Stati Uniti può sognare qualcosa di storico. Brignone che peraltro è anche l’unica sciatrice al femminile ad aver vinto la Coppa del Mondo generale, risultato centrato nel 2019/20 e bissato quest’anno. Al maschile invece dopo Tomba nessuno ci è mai andato neanche vicino.
Il 1994/95 una stagione irripetibile per lo sci italiano
Non solo i successi di Tomba però, perché in quella stagione riesce ad imporsi anche Peter Runggaldier, che porta a casa la Coppa di specialità di supergigante. A guastare un en plein azzurro che avrebbe avuto del clamoroso ci pensa Luc Alphand, che supera di soli 11 punti Kristian Ghedina e si assicura il trionfo nella Coppa di discesa libera. Ciò non scalfisce però un’annata da 15 vittorie italiane (oltre alle 11 di Tomba si aggiungono due di Ghedina e una ciascuno per Runggaldier e Perathoner) e 22 podi totali su 32 gare complessive. La copertina è però giustamente tutta per Albertone, leggenda senza tempo.