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Ha dell’incredibile quello che ha fatto oggi Mikaela Shiffrin nello slalom speciale di Maribor: nonostante due porte con un palo rotto sotto gli sci (l’equivalente di andare in bicicletta sulla neve, in termini di stabilità) ha mantenuto la calma, stretto i denti ed è arrivata al traguardo in prima posizione, superando la quotata svizzera Wendy Holdener, al quinto podio in sei gare, staccata di +0.19 e la felicissima Frida Hansotter, terza e finalmente sul podio dopo in un inizio di stagione tribolato, staccata di +0.31.
La gara si celebra, dopo settimane di freddo secco, sotto una cornice prettamente invernale: una leggera nevicata ha ricoperto la località slovena rendendo il paesaggio molto più consono al periodo dell’anno. Tutt’altro clima rispetto al gelido sole della giornata di ieri. La storia però non cambia: è sempre l’intramontabile Mikaela Shiffrin a guidare la manche, anche se non rifila distacchi inumani come suo solito, conducendo la prova di soli diciassette centesimi su una brillante Wendy Holdener e di trentotto sulla vincitrice della Coppetta di Slalom nella stagione precedente, la svedese Frida Hansdotter. Purtroppo per lo spettacolo, non ha concluso la gara la slovacca Veronika Velez Zuzulova, rivale diretta della statunitense, per un’uscita dal tracciato a tre quarti di gara quando viaggiava con intermedi migliori dell’americana, nonostante fosse febbricitante. Ottima la prova di Manuela Moelgg, addirittura col terzo tempo a metà gara, che alla fine chiude settima.
Nella seconda manche non cambia molto, stessa nevicata e tracciatura dell’allenatore delle norvegesi molto simile a quello della prima: regolare, pero con angoli più accentuati per mettere un po’ di pepe a un pendio che presenta ben poche difficoltà. Conosce bene il pendio la slovena di Nova Gorica, Ana Bucik che una sciata stabile e continua centra il miglior risultato in carriera e conclude settima a +1.48, recuperando ben 8 posizioni. La Slovenia in realtà ha ben di più per cui sorridere. Piuttosto sorprendente è infatti il decimo posto di una specialista delle discipline veloci come Ilka Sthuec. Mai a punti in slalom in carriera e alla prima seconda manche in Coppa del Mondo della sua vita arriva decima, a +1.85 dalla vincitrice, superando specialiste del calibro di Michaela Kirchgasser e Marie-Michele Gagnon.
Va notato tuttavia, che le prime sei atlete al traguardo sono anche sei delle prime sette della WCSL a riprova che le migliori interpreti della disciplina sono sempre loro. Sesta a +1.34 la ceca Sarka Strachova, sempre pulita nell’azione ma un po’ più in sordina rispetto alla gara di Zagabria. Quinta a +0.88 la sorridente Nina Loeseth, che forse sperava di riuscire a cogliere il podio visto il gran vantaggio accumulato alla fine della sua prova. Quarta a +0.41 un’arrembante Vlhova, giù dal podio forse per un eccessivo uso dello spigolo in alcune situazioni. Ma è sempre la. Terza a +0.31 una soddisfatta Frida Hansdotter: ne aveva bisogno, viste le opache prestazioni delle ultime settimane, anche in gigante e soprattutto visti gli eccelsi risultati della scorsa stagione. Seconda Wendy Holdener, sempre più vicina alla fuoriclasse del Vermont ma ancora senza una vittoria.
Oggi la campionessa statunitense ha dimostrato di essere la migliore non, come suo solito, per i distacchi abissali sganciati alle avversarie, ma per il sangue freddo e la determinazione nel voler continuare a spingere nonostante uno sfortunato imprevisto, che era precedentemente stato fatale ad altre atlete. E’ questa sete di vittoria, questa determinazione, questa estrema concentrazione che fanno di lei la principale candidata alla Coppa del Mondo generale in questa stagione 2016/2017. Infatti, con la vittoria odierna, l’atleta americana si porta a +305 punta sulla diretta avversaria, la svizzera Lara Gut, oggi solo cinquantatreesima.
E le italiane? Beh, oggi una buona giornata a livello di squadra: Chiara Costazza con una seconda manche solida e brillante coglie la terza top-ten di fila e conclude nona a +1.84. Mondiali praticamente assicurati. C’è rammarico invece per Manuela Moelgg, che con un pericoloso pettorale ventinove (se uscisse dalle trenta dovrà partire col pettorale sessanta o giù di lì), era riuscita a cogliere uno strepitoso settimo posto nella prima manche ma un paio di errori di troppo la relegano in quattordicesima posizione, comunque suo secondo miglior risultato nella disciplina in questa stagione. Solo 22esima Irene Curtoni, che palesa problemi di stabilità nel movimento e soprattutto una certa difficoltà nel mettere in pista manche prive di errori e sbilanciamenti vari. Nonostante tutto, va notato che è il primo slalom della stagione in cui concludono ben tre azzurre, non ci eravamo ancora mai riusciti