Le gare di Zermatt-Cervinia non sono a rischio e vengono confermate anche dalla Commissione cantonale edilizia del Vallese, che ha svolto degli accertamenti in questi giorni per via della denuncia delle associazioni ambientaliste e di due deputate elvetiche contro i lavori sulla pista Gran Becca, dove fra pochi giorni si disputerà la prima tappa di Coppa del Mondo di sci alpino transfrontaliera della storia, a cavallo tra Svizzera e Italia a partire dall’11 novembre e con ultimo appuntamento il 20.
Ma sono state effettivamente riscontrate irregolarità sui lavori: “La pista inizialmente prevista dagli organizzatori si trova interamente all’interno del comprensorio sciistico, ma la zona di partenza della gara maschile è più ampia e sconfina per diversi metri al di fuori del comprensorio sciistico, in particolare per quanto riguarda installazione di reti di sicurezza”. La CCE ha imposto dunque il divieto di utilizzare la larghezza extra della pista situata al di fuori del comprensorio sciistico, tranne le reti di sicurezza che “possono essere tollerate in via eccezionale in applicazione del principio di proporzionalità e vista la provvisorietà dell’evento”, riporta l’Ansa. In sostanza, alcuni ettari di terreno in cui sono stati usati gli escavatori si trovano al di fuori del comprensorio sciistico e questo non è consentito, portando così al divieto dell’uso di questa area come passaggio per le atlete. La commissione ha aggiunto che i lavori sono cessati e che “non è auspicabile il ripristino dei luoghi, la neve e il ghiaccio devono essere lasciati allo stato naturale”. Ma è in corso un procedimento penale, al momento riservato, mentre in Italia la Procura di Aosta ha già avviato un’indagine.