“L’ultima cosa a cui penso in questo momento sono i possibili scenari in Coppa del mondo. Torno da un infortunio che è stato emotivamente e fisicamente pesantissimo, non ho sciato per otto mesi, sono stata 45 giorni senza camminare. Mentalmente l’ho patito tantissimo perché era una stagione dove stavo andando bene, era il periodo di lancio verso nove gare di velocità che per me avrebbero contato tantissimo. Ora, paradossalmente, sembra che non sia successo nulla, non ci penso nonostante sappia benissimo l’incubo che ho vissuto. È come se togliendo le piastre mi sia rimpossessata della ragazza che ero prima”. Lo ha dichiarato Sofia Goggia in un punto con la stampa dagli Stati Uniti, in cui nel weekend farà il proprio ritorno nella tappa di Coppa del mondo a Beaver Creek a dieci mesi dal gravissimo infortunio patito a febbraio. Per questo motivo, è presto per parlare di obiettivi stagionali: “Parto con molti chilometri in meno delle altre, è una stagione tutta da costruire. Non ho un obiettivo legato ad alcun risultato, vivo ogni giorno al meglio di quello che posso dare. Beaver Creek è una pista nuova per tutti, devo prendere confidenza con la gara, farò il mio percorso. Ho tante cose a cui pensare, senza fare voli pindarici che non mi porterebbero a nulla. Partiamo con la velocità, poi da gennaio riprenderemo anche con le gare di gigante”.
La buona notizia, comunque, arriva dal piede: “Sto bene, il piede è qualcosa a cui non penso. Chiaramente sono arrivata un po’ arrugginita. Abbiamo fatto delle belle sessioni di SuperG e discesa libera, la confidenza con la velocità è rimasta. Mi aspettavo di avere un po’ di paura ad affrontare determinate curve ad alta velocità; invece, mi è venuto naturale approcciare gli allenamenti come se nulla fosse successo. Questo deriva dal fatto che il piede sta davvero bene e non mi ha dato problemi”.
A proposito di sci, la Coppa del mondo ha visto i rientri di Marcel Hirscher (la cui stagione è già finita per un grave infortunio) e Lindsey Vonn: “Sono due ritorni completamente diversi. Il primo, secondo la mia opinione, è dovuto sì alla gioia per sciare, ma anche perché, per me, c’era un progetto di marketing su quelli che sono i suoi sci. Su Lindsey, invece, c’è chi dice che non sa cosa fare, ma il fatto è che le piace sciare e vuole fare questo, quindi che lo faccia”, ha spiegato Goggia. Che, sulla statunitense, ha poi aggiunto: “Quando ho saputo che voleva tornare, da un lato sono stata pervasa da un senso enorme di felicità, perché vuol dire che sta bene e l’idea di poter condividere qualcosa insieme mi dà gioia. L’altra faccia della medaglia è che, da un certo punto di vista, proprio perché le voglio bene sono leggermente preoccupata, che è una preoccupazione che si può avere per tutte noi perché facciamo uno sport rischioso”.
Infine, una battuta anche sull’Atalanta, prima in classifica dopo aver battuto il Milan: “Gasperini ha detto che è una bella canzone, ma ne riparliamo a cinque giornate dalla fine. La stagione è lunga, sognare lo scudetto non costa nulla ma bisogna stare sul pezzo. Tanti giocatori dell’Atalanta dicono che non c’è miglior allenatore di Gasperini. Probabilmente è perché riesce a tirare fuori il meglio da ciascuno, in uno schema in cui tutta la squadra funziona come un’orchestra”. I complimenti della campionessa azzurra sono anche per la proprietà: “L’Atalanta è una delle poche società sane in Serie A, i Percassi hanno una solidità imprenditoriale e intellettuale che li ha portati ad avere una società che riesce a essere in utile, a differenza di tante altre”, ha concluso.