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Con pettorale uno l’austriaco Hannes Reichelt vince la discesa libera di Garmisch Partenkirchen con il tempo di 1:53.83 vendicandosi del podio mancato per 5 centesimi nella gara di ieri e agguantando il gradino più alto per la prima volta nella stagione 2016/2017 di Coppa del Mondo di sci. L’austriaco però se l’è vista brutta perché l’azzurro Peter Fill ha ripetuto la convincente prova di ieri e concluso la gara al secondo posto a solo +0.16 dall’austriaco, dopo che per buona parte del tracciato si trovava davanti. Terzo conclude il redivivo Beat Feuz a +0.52, che dopo essersi mangiato la vittoria a Kitzbuehel sull’Hausbergkante, era in piena ricerca di riscatto.
La Kandahar si presenta anche in data odierna totalmente in ombra, con manto duro e sci che fa presa bene. Prima di tutto, va sottolineato che la gara non è stata un’ecatombe come ieri. Tra i primi trenta si è assistito “solo” a due cadute, nessuna delle quali con conseguenze rilevanti per gli atleti. Pronti via e già la discesa numero uno sarà quella che porterà la vittoria all’austriaco: atleta tecnico, aggressivo che si è trovato estremamente a suo agio su un tracciato difficile e faticoso come questo. Una prova maiuscola ed estremamente positiva visti i mondiali imminenti, anche se va sottolineato che la pista Corviglia di San Moritz non ha nulla a che vedere con gli spazi stretti della Kandahar. Ottima anche la prova del pettorale due Bostjan Kline. Lo sloveno, infatti, conclude la gara al sesto posto ma qui aveva già fatto un podio la stagione scorsa, prova che evidentemente si trova a suo agio su questo pendio. Settimo invece un ottimo Vincent Kriechmayr, che in questa stagione non era mai arrivato in top-ten in discesa, un buon segnale di risveglio.
Per quanto riguarda le note negative invece sorprende l’involuzione proprio nell’approccio al tracciato dell’americano Travis Ganong, il vincitore di ieri. Nonostante le condizioni fossero praticamente identiche, la sua sciata si è dimostrata irruenta, insicura in alcuni tratti e con evidenti errori di linea in un paio di punti chiave. Di conseguenza l’atleta si deve accontentare di un discreto 12/esimo posto a +1.31 dal leader. Male anche i due atleti di punta austriaci: Matthias Mayer, ieri ottavo, oggi retrocede in 14/esima piazza. Addirittura 18/esimo Max Franz, il vincitore della discesa della Val Gardena. L’Austria si può comunque consolare con la vittoria di Reichelt anche se non si può definire quella odierna una giornata positiva per il Wunderteam.
Gli azzurri continuano a brillare nella disciplina. Come già detto Peter Fill rimane a solo sedici centesimi dalla vittoria mettendo in pista una fluidità e morbidezza del movimento che nessuno oggi è riuscito ad applicare, nemmeno l’attuale maestro in questo, il norvegese Kjetil Jansrud, oggi 5/o. L’ottima prestazione non solo gli garantisce la terza top 4 in tre gare (ancora più costante che nella passata stagione) ma soprattutto gli permetterà di correre la discesa mondiale con il pettorale rosso di Leader della classifica di specialità, che definisce il miglior discesista della stagione. Degna di nota è pure la prestazione di Dominik Paris, il vincitore della discesa libera di Kitzbuehel, che dopo il decimo posto di ieri si accoda oggi ai piedi del podio, 4/o a +0.76. Va però notato che, con Christof Innerhofer infortunato e obbligato a sottoporsi a trattamenti per ridurre il dolore al perone in vista dei mondiali in Svizzera, della squadra Azzurra resta ben poco: atleti giovani come Emanuele Buzzi o Henri Battilani non riescono ad emergere e difficilmente concludono in zona punti, mentre Mattia Casse, unico atleta a parte i tre sopra citati in grado di centrare in top-ten in passato, sta attraversando un periodo di crisi nera e fatica veramente a portare a termine un gara senza commettere errori gravi.
La prima cosa che si nota è che le posizioni di vertice sono praticamente rimaste le stesse di ieri, sintomo chiaro della difficoltà del tracciato. Inoltre, nei primi quindici solo Brice Roger, nono a +1.18, si infila al di fuori dei primi due gruppi di merito. Una gara di questa difficoltà forse sarebbe meglio pianificarla in un periodo dell’anno in cui la luce del sole favorisca la visibilità e una minor durezza del manto nevoso.