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Lindsey Vonn torna a gioire. La statunitense vince la discesa di Garmisch, valevole per la Coppa del Mondo di sci alpino femminile, e lo fa alla sua seconda gara stagionale battendo la svizzera Lara Gut che così si deve inchinare alla campionessa statunitense. Una prova magistrale della Vonn che si è anche commossa a fine gara per un risultato che probabilmente neanche lei pensava di riuscire ad ottenere così presto. Sul podio oltre a Vonn e Gut sale anche la tedesca Viktoria Rebensburg che con il pettorale numero uno chiude terza a 48 centesimi. Sofia Goggia è quinta ad 88 centesimi persi soprattutto nella parte centrale del tracciato.
La quinta discesa libera della stagione scatta di prima mattina, per lasciare la miglior copertura televisiva al famosa discesa libera di Kitzbuhel. Cielo sereno e freddo pungente accolgono le atlete su una pista tecnica con un fondo molto duro e visibilità uniforme che garantisce regolarità alla competizione. Salta subito all’occhio una novità: la pista non è la classica Kandahar 2, ma una sorta di mix tra la gara maschile e la femminile a cui, tra l’altro, è stato aggiunto un salto nella parte superiore del tracciato, fatto che aggiunge un po’ di pepe a una delle “Classiche” del circuito femminile.
Pronti via ed ecco subito un’ottima prestazione della tedesca Viktoria Rebensburg. Col pettorale uno la teutonica riesce a collegare ottimamente la prima parte pianeggiante e la parte dell’Inferno, estremamente tecnico e ghiacciato. Coi primi numeri solo la svizzera Lara Gut riuscirà ad impensierire il tempo della tedesca, superandola di trentatré centesimi, con una prestazione fluida e per una volta assolutamente priva di errori. Nulla però potrà l’elvetica contro le enormi doti di scorrevolezza della vincitrice di oggi. Infatti, il vantaggio accumulato nei primi due intermedi le sarà sufficiente per vedere la luce verde al suo arrivo e scoppiare in un grido di gioia, nonostante abbia continuato a perdere centesimi in tutta la seconda parte del tracciato. In sostanza: Gut più veloce di Vonn sul tecnico e sullo Schuss finale, ma nulla si può sul piano contro la “Regina delle Nevi”, neanche da parte di un’atleta ben scorrevole come la ticinese.
Le prove sono state comunque un’ottima indicazione: la vincitrice di giovedì (l’austriaca Ramona Siebenhofer) e di venerdì (l’italiana Sofia Goggia) si sono infatti piazzate rispettivamente 4/a (+0.69) e 5/a (+0.88). Discreta prova invece per la capoclassifica Ilka Sthuec, solo ottava a +1.13, capace comunque di mantenere intatto il suo Pettorale Rosso alla luce delle tre vittorie conseguite nelle prime tre discese della stagione. Fuori la vincitrice di Altenmarkt, l’austriaca Christine Scheyer quando viaggiava con buoni intermedi.
Brutta gara per le italiane, dopo le belle prestazioni in Val d’Isere tutti si aspettavano qualcosa in più, sia da Sofia Goggia (che comunque conclude quinta, un risultato di tutto rispetto nonostante fosse nelle prime tre in entrambe le prove….) sia da Elena Fanchini, ventunesima, forse ancora colpita dalla caduta rovinosa della sorella della settimana scorsa. Male Johanna Schnarf che esce all’ingresso dello schuss finale, (ma i suoi intermedi l’avrebbero relegata nelle retrovie) e non soddisfacente neanche Nicol Delago, che dopo la top ten della settimana scorsa ci si aspettava almeno concludesse in zona punti. Nota positiva di giornata: il dodicesimo posto di Federica Brignone, a +1.72 dalla vincitrice, sintomo di un sempre maggior feeling con le discipline veloci, soprattutto su piste tecniche come questa che mettono in risalto la sua straordinaria capacità di fare velocità in curva.
Risulta impossibile non fare una riflessione sulla grandiosa prestazione dell’atleta americana. Quella di oggi è per Lindsey è una doppia vittoria: da un lato contro la sfortuna, che l’ha martoriata con una serie di quattro infortuni uno dietro l’altro che dal 2012 le hanno impedito di portare a termine una stagione intera, ultimo tra tutti la rottura dell’omero pochi mesi prima che prendesse il via la stagione 2016/2017 (tra l’altro stesso infortunio patito dalla nostra Nadia Fanchini ad Altenmarkt). Dall’altro è una vittoria contro sé stessa, contro i suoi stessi record, nonostante dolori, frustrazione e un’età che inesorabilmente avanza anche per lei. Ogni ritorno ha solo e soltanto un obiettivo: tornare alla vittoria, ad essere la numero uno, come è stata per buona parte del decennio scorso. La cosa sorprendente è che ci è riuscita di nuovo, o meglio, che ci è riuscita sempre. Atlete del suo calibro sono una rarità estrema e nella storia dello sci possono essere contate sulle dita di una mano. Quando si assiste a prestazioni del genere si può solo commentare: lunga vita a Lindsey.