Brignone evidenzia anche l’importanza dell’aspetto psicologico: “Nello sport conta quasi al 100%, tutte sciamo bene. Ma fra arrivare prima e trentesima è un discorso di equilibrio mentale. Il mental coach mi ha insegnato anche a sbattermene dei giudizi degli altri. Io avevo mille paranoie, appena sbagliavo una manche in allenamento dicevo: non ce la farò mai più! Si entra in un tunnel buio, sono stata malissimo“. “Ricordo ogni momento della mia carriera: i numeri di pettorale, le emozioni, la neve – ha raccontato l’azzurra -. Però l’anno scorso ho rimosso quasi tutto per quanto è stato brutto. Non per i risultati, ma per come l’ho vissuto. A volte non avevo voglia di andare a fare le gare, pensavo di non riuscire a qualificarmi“. “Mettermi in discussione è il mio limite ma anche la mia forza. Servono volontà, sacrifici e determinazione per superare i dubbi. È come un castello di carte: se ne togli una può cadere tutto” ha aggiunto Brignone.
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