Sci Alpino

Sci alpino: Breezy Johnson squalificata 14 mesi per doping

Olimpiadi PyeongChang 2018 - Breezy Johnson
Breezy Johnson - Foto Pentaphoto/Alessandro Trovati

La sciatrice americana Breezy Johnson è stata squalificata per 14 mesi dall’agenzia antidoping degli Stati Uniti per aver violato il codice antidoping, avendo saltato per tre volte i controlli nell’arco di 12 mesi. La 28enne del Wyoming è salita sette volte sul podio in Coppa del mondo e ai Giochi olimpici di PyeongChang era giunta settima in discesa libera. La squalifica parte dal 10 ottobre dello scorso anno, data del terzo mancato controllo dopo aver mancato quelli del 22 ottobre 2022 e del 13 giugno 2023, ma la notizia del provvedimento è stata resa nota solo ora. L’atleta a stelle e strisce potrà tornare alle competizioni nel dicembre di quest’anno, precisamente nella tappa di casa di Beaver Creek. Per lei si tratta di un altro momento difficile della carriera dopo il grave infortunio nel gennaio 2022 che la costrinse a rinunciare alle Olimpiadi di Pechino.

Sono molto rari gli episodi di doping nello sci alpino. La francese Christelle Guignard nel 1989 venne squalificata per un anno a causa della positività alla coramina e privata del bronzo iridato in slalom gigante. Nel 2002 lo sciatore britannico Alain Baxter, alcuni giorni dopo essere giunto terzo nello slalom speciale dei Giochi olimpici di Salt Lake City, venne trovato positivo alla metanfetamina venendo successivamente squalificato per tre mesi. Il 18 dicembre del 2004 il campione austriaco Hans Knauss venne prima sospeso e poi squalificato per diciotto mesi prima dalla federazione internazionale e poi anche dal Tas di Losanna perché risultato positivo al nandrolone. L’italiano Mirko Deflorian il 19 febbraio del 2008 risultò positivo ad un metabolita della cocaina durante un controllo ai Campionati italiani juniores e fu squalificato per diciotto mesi.

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