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Era la sua giornata e lo ha capito presto. Guglielmo Bosca dopo il secondo posto nel superG di Garmisch rifiuta la definizione di sorpresa o risultato casuale. “Non è completamente campato per aria e questo rende tutto ancora più bello”, afferma ai microfoni della FISI. Il 30enne dell’Esercito è stato superato per 18 centesimi dal francese Nils Allegre, ma rimane la grande soddisfazione per il primo podio in carriera in una Kandahar che ha offerto condizioni non agevoli: “Sono contentissimo, al settimo cielo. Ho sciato bene da cima in fondo, su una neve difficile – aggiunge -. Dopo gli infortuni, il percorso che ho intrapreso è stato frutto di una determinazione che non so in quanti sarebbero riusciti a mettere in campo. Tutto quel percorso ha avuto un senso grazie alla giornata di oggi. Se non avessi fatto un podio sarebbe stata una roba da matti. La storia di uno che si diverte sciando. Oggi, invece, tutto ha un significato ben chiaro. Io ho sempre saputo che sarei potuto salire su un podio e c’è l’ho fatta”. Decisivo il fattore mentale: “Da gennaio è come se ci fosse stato un click nella mia testa, ho acquisito maggiore consapevolezza, è come se tutto fosse stato messo da parte finalmente – spiega Bosca -. Mentre prima capivo di avere la velocità ma avevo molte paure. Il nostro è uno sport rischioso e io vedevo rischi e pericoli ovunque. Se vuoi arrivare, però, devi riuscire a metterli da parte e dopo Bormio penso di essere riuscito a farlo. Qualche retaggio degli infortuni in me rimarrà sempre. Non sono uno che pensa che si debba scendere sempre senza rispetto, però ho acquisito una maggiore capacità di affrontare la gara e ho una migliore percezione delle mie capacità”.
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