Non accennano a placarsi le polemiche sulla pista Stelvio di Bormio. Dopo la tremenda caduta dei giorni scorsi di Cyprien Sarrazin durante la seconda prova cronometrata, che gli ha procurato un ematoma subdurale costringendolo alla terapia intensiva neurologica, in diversi si erano lamentati per la presunta pericolosità della pista, su tutti i colleghi francesi. Nils Allegre aveva attaccato duramente l’organizzazione, rea di non aver messo in sicurezza il tracciato ritenuto troppo veloce. La Stelvio è anche la pista scelta dal Comitato organizzare delle Olimpiadi per ospitare le gare di discesa e super-g delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, scelta che lo stesso transalpino non ha digerito: “Non meritano di avere le Olimpiadi qui, non voglio nemmeno pensare ai Giochi che nel 2026 si svolgeranno su questa pista“.
Oggi purtroppo si sono rivissute le scene di due giorni fa ma con protagonista Gino Caviezel. Lo sciatore elvetico ha aperto la gara odierna di Super-G con il pettorale numero 1, incappando però in un’altra brutta caduta che lo terrà molto probabilmente ai box per il resto della stagione. Poco prima del salto di San Pietro infatti, Caviezel ha perso il controllo degli sci, ha inforcato cadendo rovinosamente. Le sue condizioni sono parse fin da subito preoccupanti, sottolineate anche dalle urla dell’atleta stesso, impossibilitato a rialzarsi. La gara è stata interrotta per diversi minuto per permettere le cure allo svizzero, che è stato trasportato in ospedale dall’elisoccorso. Aggiornamenti sulle sue condizioni arriveranno presumibilmente nelle prossime ore.
Le reazione degli atleti
A farne le spese lo stesso giorno di Sarrazin è stato anche Pietro Zazzi, che ha riportato la frattura scomposta a tibia e perone dopo una brutta caduta all’attacco dei curvoni di Pian dell’Orso e che dunque saluta il Circo Bianco per questa stagione. Diverse le reazioni degli atleti alla difficoltà della pista, e oltre ai francesi anche il re della Coppa del Mondo Marco Odermatt ha avuto da ridire, evidenziando la difficoltà a gestire i diversi tipi di neve che si trovano sotto gli sci nei vari tratti della pista, che diventa così una “lotta per la sopravvivenza“. Anche il vecchio padrone della Stelvio, Dominik Paris, ha sottolineato le difficoltà, pur non lesinando critiche a sé stesso per queste due gare negative.
La difesa degli organizzatori
Gli organizzatori si sono difesi attraverso le parole di Omar Galli, direttore di gara della Coppa del mondo di Bormio: “Quello della Stelvio è un pendio sfidante che gli atleti conoscono ormai benissimo dopo tante stagioni. Come ogni anno, è stato svolto un grande lavoro di preparazione nei giorni precedenti abbiamo implementato fortemente il livello di sicurezza in pista con l’inserimento delle nuove reti. Nello sport outdoor, purtroppo, le variabili del meteo possono condizionare le reazioni della pista in alcuni punti“.
Anche il direttore di gara della Fis, l’altoatesino Markus Waldner, si è schierato in difesa della Stelvio: “Sappiamo che Bormio è uno dei tracciati più difficili ma il comitato organizzatore ha fatto un gran lavoro perché sulla Stelvio ci sono 20 chilometri tra reti e barriere di protezione. Qui lo standard di sicurezza è altissimo“. Waldner punta invece il dito contro i materiali, ritenuti troppo veloci: “Tutto è stato spinto oltre al limite e queste cadute sono il risultato. Ci sono critiche ormai ogni weekend: a Gurgl il tracciato era troppo duro, a Levi era troppo liscio. Gli organizzatori fanno il massimo per preparare le piste. A Bormio, a Natale, il vento ha asciugato la neve e per questo l’innevamento di una pista lunga 3 chilometri non è uniforme“.