
Gustav Thoeni - Foto Sergio Bisi / IPA Sport / IPA
Ricorre oggi il cinquantesimo anniversario dello storico Parallelo di Ortisei del 1975, una delle vittorie più iconiche della storia dello sci alpino tricolore. Il 23 marzo di cinquant’anni fa infatti Gustav Thöni superò Ingemar Stenmark in finale, trionfo che gli valse la vittoria della quarta Coppa del Mondo della sua carriera. Fu uno dei punti più alti della Valanga Azzurra, che proiettò il ragazzo di Trafoi dritto nella storia: quattro Sfere di Cristallo sarebbero rimaste record al maschile per quasi due decenni, superato solo da Marc Girardelli nel 1993 (e poi ovviamente da Marcel Hirscher con i suoi otto trionfi).
Come si arriva al Parallelo di Ortisei: l’andamento della stagione
Prima di raccontare cosa successe quel 23 marzo 1975, facciamo un passo indietro. Dopo un inizio di stagione sotto tono, Gustav centra il primo podio nello slalom sulla Gudiberg di Garmisch, in un tripudio azzurro che lo vede secondo alle spalle di Piero Gros e davanti al compianto Fausto Radici. La crescita esponenziale di Stenmark però costringe Thöni, per essere competitivo in chiave classifica generale, a cimentarsi anche in discesa. Lo fa con profitto il ragazzo di Trafoi, perché vince la combinata di Wengen e poi il giorno successivo ad Adelboden chiude nuovamente secondo in gigante alle spalle sempre di Gros.
Il capolavoro però arriva la settimana successiva, quando coglie un incredibile secondo posto in discesa sulla Streif, alle spalle del solito Franz Klammer per un solo centesimo con il pettorale 22. Il crono gli consente poi di vincere il giorno seguente in combinata sempre a Kitzbuhel. L’asso azzurro cala la doppietta slalom-combinata anche a Chamonix, per poi vincere a Sun Valley in slalom la settimana prima del parallelo, a conferma della sua grande crescita nell’arco dei mesi.
Più continuo invece Ingo nel corso della stagione, che parte con un secondo posto a Val d’Isere in gigante dietro a Gros e poi vince in slalom a Madonna di Campiglio. A gennaio torna a vincere a Wengen, poi dopo tre secondi posti ottiene altrettanti successi in gigante a Naeba, Garibaldi e infine Sun Valley, che lo proiettano a quota 240 punti in classifica, al pari di Thöni. Due giorni prima del parallelo però, Klammer vince sulla Saslong la sua ottava discesa libera stagionale su nove disputate, e i 25 punti guadagnati gli permettono di agguantare Thöni e Stenmark. A decidere il vincitore sarà dunque per la prima volta nella storia un parallelo.
Le regole del parallelo
Il parallelo si svolge sempre in Val Gardena, precisamente a Ortisei e sulla non più esistente pista Ronc. La gara si compone di un tabellone tennistico con 32 sciatori al via: Thöni è la testa di serie numero uno, seguito da Klammer, Stenmark e Piero Gros, campione uscente dopo il successo nella Coppa del Mondo 1974 a soli 19 anni. Si corre su due manche, ma la seconda non è necessaria se uno dei due non arriva al traguardo nella prima. In quattro non saranno al via, e ciò consentì di avanzare direttamente al turno successivo all’elvetico Philippe Roux, al norvegese Erik Haker, al tedesco Christian Neureuther (padre di Felix, tra i migliori slalomisti dei primi anni ’10) e l’azzurro Fausto Radici.

Photo: Niclas Jönsson / BILDBYRÅN / COP 273 / NO0288
tennis atp 250 nordea open bbeng (Photo by NICLAS JÖNSSON/Bildbyran/Sipa USA)
L’andamento del parallelo di Ortisei
Chiaramente essendo il parallelo una specialità cugina di gigante e slalom, Klammer da discesista puro non aveva chance di vittoria. Il suo sogno infatti si esaurisce presto, perché al primo turno l’azzurro Helmuth Schmalzl lo supera e lo estromette dalla corsa verso la Sfera di Cristallo. L’Italia si presenta al via del parallelo di Ortisei con sette atleti: tutti ottengono l’accesso al secondo turno a eccezione di Piero Gros, eliminato a sorpresa dal liechtensteinese Willi Frommelt.
Il tabellone però prevede già nel secondo turno due derby azzurri, Herbert Plank contro Paolo De Chiesa e Fausto Radici contro Helmut Schmalzl. A prevalere sono Plank e Radici, che a loro volta saranno protagonisti di un altro derby ai quarti. Tutti i riflettori sono ovviamente puntati su Thöni, che non delude: nei primi turni si sbarazza facilmente dell’austriaco Manfred Grabler e poi dell’elvetico Roux, conquistandosi l’accesso ai quarti.
I quarti di finale e il giallo Stenmark-Bachleda
A questo punto, degli otto atleti rimasti, ben quattro sono italiani. Il quarto è Tino Pietrogiovanna, che all’esordio supera il forte spagnolo Francisco ‘Paco’ Fernandez-Ochoa, poi replica agilmente contro il discesista austriaco Werner Grissmann. Anche in questo caso però il sorteggio prevede due derby: ad avanzare sono il nativo di Trafoi e Radici, abile a battere Plank. In questa occasione il leader azzurro non rischia nulla, dal momento che Pietrogiovanna, da fidato uomo squadra, segue gli ordini del direttore tecnico Cotelli ed esce di scena dopo poche porte lasciando la strada spianata per il suo capitano.
Oltre a Gustav, gli occhi di tifosi e appassionati sono su Stenmark. Ingo supera comodamente i primi due turni, ma ai quarti di finale succede l’impensabile, o meglio sembra succedere. Lo svedese infatti perde malamente la prima manche contro il polacco Andrzej Bachleda, inforcando contro un paletto, che dovrebbe costargli l’eliminazione. Questo secondo il dt azzurro Cotelli e secondo il pubblico italiano, ma non secondo il giudice di gara della FIS. L’Italia fece ricorso, ma dopo oltre mezz’ora di revisione venne (giustamente) confermata la decisione e lo svedese poté dunque disputare la seconda manche con l’obiettivo di recuperare. Impresa ardua perché l’avversario non è l’ultimo arrivato bensì uno capace anche di vincere in slalom, ma alla fine Bachleda esce di scena nella seconda manche (volontariamente, si disse all’epoca) e spiana a Stenmark la strada verso la semifinale.
Le semifinali e la finale
Il gran finale con l’attesissimo epilogo Thöni contro Stenmark si avvicina. In semifinale infatti i due tenori non incontrano difficoltà, con l’azzurro che supera nettamente il combinatista svizzero Walter Tresch, mentre il ragazzo svedese evita lo scoglio Radici. Il bergamasco per recuperare prova il tutto per tutto nel tratto finale ma inforca: Thöni e Stenmark si giocheranno tutto l’uno contro l’altro nelle due manche, chi vince si prende la Coppa del Mondo. La prima manche vede Thöni sulla pista blu e Stenmark su quella rossa.
Gustav esce dal cancelletto con grande decisione e dopo le prime porte è davanti. Sospinto dal grande tifo del pubblico di casa Thöni mantiene la posizione di vantaggio per buona parte della prova, ma dall’altra lato Stenmark non si arrende. Il lappone accelera e riesce a mettere anche la testa avanti nella parte finale, ma i rischi presi rivelano l’altro lato della medaglia: a due porte dalla fine non riesce a tenere la linea e scivola, non riuscendo a rimanere nel tracciato, mentre l’azzurro si invola e taglia il traguardo per primo. Lo svedese è fuori, dunque la seconda manche non avrà luogo: la Coppa del Mondo rimane in Italia e torna tra le mani di Gustav Thöni. Il pubblico è in visibilio: è una domenica di festa per lo sport italiano, una data che rimarrà nella storia.

Epilogo: l’ultimo squillo della leggenda Thöni
Gustav chiude con 250 punti e si aggiudica la quarta Coppa del Mondo della carriera, e alle sue spalle chiudono Stenmark con 245 e Klammer fermo a 240. Kaiser Franz non ci arriverà mai più così vicino, penalizzato dal suo essere competitivo solo in discesa (il supergigante verrà introdotto solo diversi anni dopo), quindi con molte meno gare a disposizione rispetto agli specialisti di slalom e gigante. Malgrado manchi nel suo palmares la Coppa del Mondo generale, l’austriaco è comunque considerato il miglior discesista della storia, ancor oggi quello con più vittorie (25) e più Coppe di specialità (5).
Stenmark dovrà invece aspettare l’anno successivo per alzare al cielo la Sfera di Cristallo, la prima di una serie di tre consecutive, interrotta soltanto dal cambio di regolamento della FIS. Dalla stagione 1978/79 infatti, per evitare l’egemonia dello svedese fu introdotto un nuovo sistema di punteggi che favoriva in maniera netta gli sciatori polivalenti: in classifica generale valevano solo un numero ridotto di gare (due discese, tre giganti e slalom e tutte le combinate). Nonostante una stagione da record da 13 vittorie, Stenmark chiuse solo al quinto posto e non vincerà più una Sfera di Cristallo generale.
Per Thöni infine sarà una sorta di canto del cigno: dominatore del circuito da cinque anni, quella ottenuta nel parallelo di Ortisei è la quartultima vittoria in carriera, e con il passare degli anni non si avvicinerà più ai quei livelli, fino a chiudere la carriera nel 1980 a 29 anni. La sua impronta nel mondo dello sci è decisiva, perché oltre che efficace fu anche un modello di sciata, un esempio per tutti. Le sue quattro Sfere di Cristallo sono record inavvicinabile nella storia dello sci azzurro: dopo di lui vinse soltanto vent’anni dopo, nel 1995, Alberto Tomba, l’ultimo trionfo italiano al maschile.