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Le Olimpiadi Invernali di Nagano 1998 rappresentano il raggiungimento di una serie di traguardi per Deborah Compagnoni. L’azzurra, due volte oro già nelle due passate edizioni ad Albertville e Lillehammer, riesce per la prima volta a conquistare due medaglie, vincendo il gigante e trovando il primo argento della sua carriera nello slalom, dove aveva vinto un anno prima ai Mondiali di Sestriere.
Deborah, classe 1970, arriva ai Giochi in Giappone con meno di 30 anni d’età ma un’esperienza invidiabile. Invidiabile è anche il suo palmares, con diverse medaglie olimpiche e mondiali, a cui si aggiunge la Coppa del Mondo di gigante, fatta sua nell’inverno precedente. Stavolta, però, l’azzurra vuole fare di più, e l’obiettivo di portare a casa più di una medaglie è più vivo che mai.
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Nello slalom speciale la Compagnoni vuole la vittoria, ma al termine della seconda manche il risultato fa mangiare le mani all’italiana, che chiude a soli 6 centesimi dalla tedesca Hilde Gerg, vincitrice della gara. Per Deborah è comunque un’argento importante in una specialità in cui non era facile arrivare al successo. L’oro arriva pochi giorni dopo, in occasione dello slalom gigante, dove l’azzurra è a dir poco dominante. Non è solo una vittoria, è una prova di forza pazzesca, con l’austriaca Alexandra Meissnitzer seconda a un secondo e 80 centesimi. Una vittoria che nessuno può mettere in dubbio, la terza in una rassegna a cinque cerchi, e anche l’ultima per una delle sciatrici di maggiore successo in Italia.
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