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Non è stato semplice, ieri sera, capire cosa fosse successo in testa alla classifica delle Ladies. I quasi 10.000 del Mediolanum Forum di Assago, i telespettatori a casa e quelli sintonizzati via web, aspettavano di festeggiare la medaglia di Carolina Kostner, meglio ancora se d’oro, ma si sarebbero accontentati anche di un argento o di un bronzo. La giusta conclusione, davanti al pubblico di casa, di una carriera straordinaria, che ha cambiato le sorti del pattinaggio di figura lungo lo Stivale. Invece, è successo quello che non doveva succedere e quel quarto posto ha il sapore amaro di una beffa.
Quando la voce dello speaker ha annunciato che la campionessa, in prima posizione dopo lo short program e a sei punti dalla terza posizione, era quarta, è calato il silenzio. Il podio andava a Canada e Giappone, Italia a bocca asciutta. Nessuno ha avuto il coraggio di fiatare. Gli errori c’erano stati, anche piuttosto palesi, ma in pochi forse avevano capito che erano gravi abbastanza da pregiudicare quanto di buono fatto nel primo segmento di gara e da colmare lo spazio che intercorreva con le altre posizioni. I components altissimi ( 74.90), secondi solo a quelli della Osmond ( 75.15), non potevano fare il miracolo a fronte di un tecnico da 54.71. Le bandiere sono state ammainate: niente festa, niente podio, niente medaglie. Carolina ringrazia ed esce amareggiata, il pubblico mestamente se ne va.
Difficilmente la festa è solo rimandata. Sul suo futuro la pattinatrice altoatesina ancora non si sbilancia, ma è chiaro che, se è vero com’è vero che era tornata solo per se stessa, per l’amore verso questa disciplina e per confrontarsi con i propri limiti, forse ieri sera i limiti sono emersi tutti, dato che nemmeno le tre rovinose cadute della Zagitova hanno spianato la strada all’azzurra. Dicono che un atleta lo capisca quando è il momento di dire basta, anche se il cuore grida “non smettere mai”. Che sia arrivato quel momento anche per la regina del ghiaccio? “Con il mio sport – dice la Kostner – oltre alle gare puoi fare molte altre cose. Ci sono ancora tante direzioni da esplorare, e certe decisioni non vanno mai prese a caldo. Rifletterò per tutta l’estate per capire cosa voglio fare in futuro. Gli ultimi due anni sono stati produttivi, ma veramente difficili – continua – due anni fa avrei potuto prendere un’altra decisione e dire basta, ma sono felice di aver preso quella di continuare”.
Quindi il commento al suo programma libero: “Ho doppiato il Lutz, ho aperto l’Axel, sono caduta nel Salchow, il risultato è presto spiegato. Se ci ripenso, mi sento ribollire il sangue, ma non posso tornare indietro e cambiare quello che è stato: dovrò farmene una ragione. Il 4° posto non è divertente, lo ammetto, e mi dispiace molto non essere riuscita a trovare il ritmo giusto per fare un esercizio pulito”.
Da dove si riparte, quindi? E cosa resta di questo mondiale? “Cerco sempre di ricordare a me stessa che faccio parte delle migliori pattinatrici al mondo da 15 anni consecutivi. Ieri, in gara, ho fatto qualche errore di troppo e l’ho pagato a caro prezzo, ma chi avrebbe mai pensato che sarei andata a casa con una gold small medal? Porto con me – aggiunge ancora – la gioia immensa per il fatto che per la prima volta, qui a Milano, con il programma corto, ho pattinato come ho sempre sognato di fare per tutta la vita. Inoltre, se penso a 15 anni fa, nessuno conosceva il pattinaggio e io ero la ragazza delle montagne che aveva scelto di fare uno sport strano! Adesso, vedere il palazzetto pieno di gente, giunta qui per supportarmi e appassionarsi a me e a questa disciplina, è stata un’esperienza travolgente, che mi fa capire di aver toccato gli italiani nel cuore. E questo non lo fai con la tecnica o con i salti, va oltre l’essere atleta, mi fa sentire umana. Il quarto posto è amaro, ma non definisce me come persona o la mia carriera”.
Per le due giornate conclusive dei mondiali di Milano 2018, Carolina annuncia grandi sorprese, poi scoppia in una risata: “I sei minuti di ieri sera sono stati i più emozionanti di tutta la mia carriera, con un casino da stadio che riusciamo a fare solo noi italiani! Di cuore, grazie a tutti!”.