Ha lasciato l’agonismo nel 1993 e quest’anno ha celebrato le nozze d’argento con il ghiaccio, in qualità di allenatrice. 25 anni nel corso dei quali, sotto le sue direttive, sono nati e cresciuti moltissimi campioni. Cristina Mauri, classe 1969, è la coach con la quale hanno mosso i primi passi anche Valentina Marchei e Stefania Berton, fino ad arrivare alla stagione da incorniciare di Nicole Della Monica e Matteo Guarise. Valentina, in particolare, è stata sua allieva per 13 anni, ed è stata colei che, per la prima volta, le ha regalato la gioia e l’emozione della partecipazione ai campionati europei e mondiali, nonché ai GrandPrix. Poi è arrivata Stefania, partita dal singolo femminile e approdata alle coppie di artistico, con la quale ha partecipato a due Mondiali junior, due Europei e ad una finale di GrandPrix junior.
Ma prima di diventare allenatrice, Cristina Mauri è stata una pattinatrice e forse non tutti sanno che la sua ultima stagione non è stata una qualsiasi. Erano gli anni’92-’93 e la giovane Cristina ha diviso ghiaccio e piste con Oksana Baiul, Nancy Kerrigan e Surya Bonaly. “Io partecipavo alle gare internazionali in ottica qualificazione – ricorda – loro invece lottavano per il podio. Oksana rappresentava l’eleganza, Surya la forza fisica e Nancy la bellezza, ma la mia preferita– rivela la coach di casa IceLab – era Nancy Kerrigan”.
Congedatasi da campionessa italiana senior, è iniziata una nuova avventura. “Al Forum, insieme alla mia amica coreografa Raffaella Cazzaniga e a mia sorella Patrizia – racconta –ho creato un gruppo di pattinatori competitivi. Ad arricchire la mia carriera c’è stato l’arrivo di Nicole e Matteo. Grazie a loro ho approfondito e conosciuto da vicino la disciplina di coppie d’artistico, e con loro sono finalmente arrivata alle Olimpiadi. La mia forza in questi 25 anni è stata quella di non smettere mai di sognare. Se credi in qualcosa, lotti e lavori per ottenerla, niente è impossibile. Sono stati anni d’oro e auguro a tutti di riuscire a creare un gruppo così forte”.
Dal suo addio alla carriera agonistica, come detto, sono passati 25 anni. Come me li descriverebbe?
Sono stati anni pieni di emozioni in cui ho visto tanti atleti crescere, diventare adulti, e ho condiviso con loro gioie e dolori. Ognuno di loro ha lasciato un pezzettino di sé nel mio cuore. Ho iniziato a lavorare al Forum nel settembre del ‘93 e, avendo appena smesso di fare gare ad alto livello, sono partita piena di entusiasmo, con la voglia di portare i miei atleti al top.
I suoi ricordi da pattinatrice? Quale quello che le strappa sempre un sorriso, quando ci ripensa?
Ero sulle tribune con mio marito, all’epoca fidanzato, mentre pattinava Silvia Fontana, l’avversaria che poteva battermi. Non volevo guardare e non volevo sentire. Piangevo per la tensione nervosa, e quando ho capito di avercela fatta si è trasformato in un pianto di felicità. A pensarci adesso mi sembra tutto esagerato, ma in quel momento erano emozioni vere, molto forti.
Cristina Mauri in questo momento sta allenando i fratelli Zandron, ma non solo. Il suo team è davvero molto ampio e in costante crescita. “Alleno Maurizio ormai da tanti anni – spiega – invece Marco da questa stagione. Con Maurizio c’è un ottimo feeling ed è un ragazzo molto determinato. E’ maturato molto, sia come persona che come atleta, ed è pronto per affrontare al meglio la prossima stagione. Il suo obiettivo sono le Olimpiadi del 2022. Marco è più difficile da allenare, è giovane, arriva dalla Junior, ma sono sicura che faremo grandi cose insieme. Poi c’è Sara Conti che fa parte della squadra nazionale, ha solo 17 anni e nell’ultima gara internazionale di Egna è riuscita ad eseguire un libero perfetto, con 5 tripli e prendendo 51,21 di tecnico. Elettra Olivotto è arrivata da me solo nel settembre 2016 ed è un esempio per tutti perché non ha mai mollato, ha sempre creduto nel lavoro che stavamo facendo e da senior di fascia nazionale, com’era partita quest’anno, è riuscita a concludere la stagione arrivando seconda alla gara internazionale di Egna con un punteggio altissimo: 151,27. Ci sono tanti altri atleti, soprattutto Junior e Advance Novice, ma sarebbe impossibile elencarli tutti”.
Per qualche tempo, Cristina Mauri è stata anche coach della figlia Jasmine Tessari, oggi campionessa di danza in coppia con Francesco Fioretti ma partita dall’artistico. Insieme alla mamma, la piccola Jasmine ha cominciato a prendere confidenza col ghiaccio e ha sviluppato doti artistiche, grande talento e una volontà di ferro.Pregi che, però, un piccolo prezzo da pagare lo hanno avuto. “Jasmine è stata l’atleta per me più difficile da allenare – confessa mamma Cristina – perché mi ha sempre accusato di trattarla come una figlia e non come un’atleta. Adesso è il contrario, mi dice di smetterla di fare l’insegnante e di fare di più la mamma. È stato bello allenarla perché era un’ottima atleta, di quelle che ti fanno arrabbiare ma poi in gara si trasformano e pattinano per vincere. Spesso la mettevo nelle categorie superiori alla sua età perché non volevo che vincesse facile, volevo che imparasse a lottare. Una volta – ricorda – ero in Olanda con altri atleti e lei a Zanica a fare una gara regionale nella categoria Cadetti. Lo short andò malissimo, era 14ma, e quando mi chiamò al telefono mi disse che non poteva arrivare oltre il settimo posto e che era una cosa inammissibile. Questa sua grinta mi fece sorridere. Il giorno dopo fece il terzo libero e riuscì ad arrivare settima! Questa è Jasmine. Mi è dispiaciuto molto perderla come atleta, ma è stato un bene per ritrovare il rapporto tra mamma e figlia”.
Da Jasmine ai campioni nazionali Nicole Della Monica e Matteo Guarise, che alla stagione che si è da poco conclusa davvero non avrebbero potuto chiedere di più e che stanno per ripartire verso un nuovo, esaltante quadriennio. Agli Europei di Mosca hanno chiuso in sesta posizione e ai Mondiali di Milano in quinta, facendo la storia perchémai una coppia di artistico azzurra era volata tanto in alto. E poi il secondo posto al Lombardia Trophy e al Finlandia Trophy, il bronzo al GrandPrix di Francia, il podio sfiorato alla Cup of China. La domanda, quindi, è d’obbligo: cosa ci possono dare ancora questi campioni? “La mia più grande soddisfazione – risponde Cristina Mauri – è stata quella di essere riuscita a portarli ai massimi livelli. Ovviamente, da sola non ce l’avrei mai fatta quindi ringrazio tutte le persone che hanno collaborato e che, anche se con piccoli interventi, hanno contribuito agli ottimi risultati ottenuti in questa stagione: sono stati il coronamento del lavoro fatto in 4 stagioni. Per il futuro abbiamo già in mente sia elementi tecnici che coreografici per stupirvi e regalare a tutti voi grandi emozioni”.
Come ha visto cambiare il pattinaggio in questi anni? E’ d’accordo con chi dice che troppa tecnica lo sta uccidendo?
Il pattinaggio ha subito un’evoluzione pazzesca, sia sotto l’aspetto tecnico che coreografico. Ci vuole la giusta misura per tutto. Il livello tecnico è giusto che si alzi, ma non deve togliere spazio alla parte artistica. Un bel quadruplo e un sollevamento particolare fanno esaltare il pubblico, ma un programma che ti toglie il fiato dall’inizio alla fine è ancora quello vincente. Spero che i nuovi regolamenti, e i giovani che stanno crescendo, non rovinino tutto questo, portando il pattinaggio a livelli tecnici altissimi e lasciando in secondo piano il resto.
IceLab è una realtà in costante crescita. Che scuola si sta delineando tra Bergamo, Assago e Sesto?
Parlando di IceLab la prima cosa che mi viene da dire è“Grazie”. Se non fosse stato per la Presidente Federica Pesenti e per questa grande società che ha voglia di crescere e mettersi alla prova tutti i giorni, io oggi non sarei qui a raccontarvi dei miei atleti. È una società che punta a crescere dei campioni, e avendo tre strutture a disposizione può permettersi di farlo in tutte le discipline.
Per finire, un augurio per il futuro. Sia come donna, che come mamma e allenatrice….
Come donna mi sento di augurare a tutti di seguire i propri sogni. Come mamma auguro a mia figlia e a tutti i ragazzi di trovare serenità e gioia in quello che fanno, e come allenatrice auguro a tutti gli atleti di partecipare alle prossime Olimpiadi perché è veramente un’esperienza unica, incredibile.