A 18 anni Laura Pirovano ha chiuso la sua prima, vera stagione in coppa Europa di sci alpino al terzo posto della classifica generale, ha sfiorato il posto fisso in coppa del mondo in slalom gigante e una medaglia al mondiale junior, ma soprattutto ha dato un segnale forte che per il futuro lei c’è. A dicembre ha fatto il debutto in coppa del mondo in gigante a Lienz, un’esperienza che le ha fatto capire tante cose su come funzioni quel circuito che fino ad allora aveva solo visto in televisione. Per la trentina una stagione da incorniciare nonostante qualche piccola delusione, che però è già stata archiviata e trasformata in motivazione per migliorare ancora nell’immediato futuro.
È stato forse l’evento più importante dell’anno, come valuti il tuo mondiale junior? Purtroppo sia in gigante che in combinata poteva andare meglio, visti i risultati nelle prime manche…
È stata un’esperienza davvero fantastica ma purtroppo è stata anche dura. Ero messa bene sia in gigante che in super combinata dopo la prima manche ma purtroppo non sono riuscita a confermarmi nella seconda. Brucia un pochino, perché, una volta che sei lì, vederti scivolare via di mano le medaglie non è facile, ma sicuramente è stato motivo di crescita anche questo.
L’anno scorso avevi già fatto le prime gare di coppa Europa, eri andata vicina alla zona punti, ma quest’anno hai iniziato con il botto, vincendo la quarta gara e poi ti sei tenuta su alti livelli su tre discipline, tanto da essere terza nella generale. Te lo aspettavi? Qual è stata la chiave di questo miglioramento?
Mi avessero detto l’anno scorso che mi aspettava una stagione del genere avrei firmato anche con il sangue… ma chi poteva aspettarselo? Sapevo di aver lavorato bene, sia dal punto di vista atletico che sugli sci, ma quando si arriva in gara devi mettere in gioco tutto quello che hai, cosa che non sono riuscita a fare l’anno scorso.
Questo è stato il tuo primo mondiale giovanile, ma l’anno scorso hai vinto uno stupendo argento agli EYOF. Che memoria conservi di quella medaglia? Pensi che la consapevolezza di aver già fatto podio ad un evento così importante ti possa aiutare in altri palcoscenici di alta caratura?
Sicuramente mi ero tolta una bella soddisfazione con la medaglia agli EYOF, ma si sa che più si va avanti e più il livello cresce. È stata un’occasione per aprirmi gli occhi su quali possono essere le manifestazioni più importanti e ne ho fatto tesoro.
So che hai iniziato a sciare quando avevi 4 anni, ma quando hai capito che sarebbe diventato il tuo lavoro? C’è mai stato un momento dove ti sei chiesta se questa fosse la strada giusta?
Si già da quando ero piccolina mi sono sempre divertita a sciare, poi andando avanti i miei hanno anche visto che potevo togliermi soddisfazioni ma per questo mai mi hanno fatto pressioni. Ero sempre riuscita a seguire sia scuola che sci ma due anni fa, dato il calendario fittissimo, era diventato praticamente impossibile riuscire a conciliare le due cose. Quindi li sono arrivata a una sorta di bivio, e ho scelto lo sci.
L’abbiamo letto tante volte, il gigante è la tua disciplina preferita, però sembra che la polivalenza di vada a genio. Come si riesce a mantenere un livello così alto su tre discipline? Qual è la tua pista preferita tra quelle su cui hai gareggiato?
Sì, non è facile mantenere tre discipline. Quest’anno mi sono allenata tantissimo in gigante, lasciando purtroppo perdere un po’ lo slalom. In super qualcosina abbiamo fatto ma discesa praticamente mai. Quindi sinceramente i risultati nelle discipline veloci non sono stati frutto di tanto allenamento come è potuto esserlo in gigante; mi sono riscoperta un po’ velocista, ma a sorpresa di tutti. Ho anche avuto la fortuna di affrontare discese tutte abbastanza tecniche, perché non ho grandi doti di scorrevolezza.
La pista sulla quale mi sono divertita di più in assoluto è stata Altenmarkt, l’avrei rifatta altre mille volte!
Quest’anno hai debuttato anchein coppa del mondo, com’è stata l’esperienza? Come hai vissuto l’arrivo tra le “grandi”?
È stato abbastanza strano vedermi gareggiare contro ragazze che ho sempre tifato in televisione. Il futuro spero sia quello, quindi è stata una grande occasione per capire come funziona quel mondo.
A proposito di età, tra il ’95 ed il ’97 siete veramente tante ragazze forti sia in coppa Europa che in coppa Italia, pensi che questa competizione anche interna in casa Italia sia tra le ragioni di questi ottimi risultati che state ottenendo tutte?
Sicuramente il livello è alto, l’ho notato molto anche nel gruppo in cui sono quest’anno. Ci sproniamo e ci motiviamo a vicenda, ognuna ha caratteristiche diverse e tutte cerchiamo di prendere il meglio l’una dall’altra.
Quali sono gli obiettivi adesso a breve e lungo termine?
Non voglio pormi traguardi, io so che voglio arrivare il più lontano possibile. Il mio obiettivo è superarmi, andare oltre al mio limite. Raggiunto quello, ovunque io sia arrivata, posso ritenermi soddisfatta.
Se posso, qual è un sogno nel cassetto?
Un sogno nel cassetto? Ne ho talmente tanti… Ce ne sono di piccoli e di grandi. Il massimo a cui ogni atleta può ambire è la coppa del mondo, ma in pochi ci arrivano. Vedremo cosa ha in serbo per noi il destino…
Ultimissima, proprio perché siete in tante più o meno della stessa età, com’è il gruppo?
Abbiamo convissuto praticamente tutto l’anno, è stato bello ma ci sono stati anche momenti difficili. Quando si passa così tanto tempo insieme vengono fuori i lati positivi ma anche quelli negativi e lì bisogna imparare ad accettarli e mandar giù tante cose. Siamo state abbastanza brave sotto questo punto di vista, ognuna pensa a dare il meglio di sé e il gruppo è solo un contesto che può aiutare a far passare meglio i momenti in cui si è lontane da casa.