Editoriali

Hirscher, Rebensgburg e la mentalità vincente

Victoria Rebensburg - foto Marco Tacca -Pentaphoto

Ci stiamo avvicinando al termine della stagione di Coppa del Mondo e ormai si stanno facendo i conti per le coppe generali e per le coppette di specialità, alcune delle quali, però, sono già assegnate. È a questo punto della stagione che la tensione degli atleti è massima, la stanchezza comincia a farsi sentire, così come lo stress accumulato nelle trasferte. Chi è supportato da una tecnica impeccabile riesce a rendere al massimo anche in questo momento: è il caso della rientrata Shiffrin, che in slalom non trova rivali e del gigante Pinturault, che nella sua disciplina preferita continua a sciare in maniera eccelsa. Ma Hirscher è sempre lì, pronto a prendersi una vittoria non appena gli avversari seminano qualche centesimo. Lui in gara parte sempre per vincere, perché una vittoria mancata, per lui, è sempre una sconfitta.

Sul podio del gigante di venerdì c’è finalmente Philipp Schoerghofer. I tecnici e i dirigenti austriaci, durante tutta la stagione, l’hanno sempre dato per vincente nei loro pronostici; più volte hanno dichiarato che in allenamento era l’atleta migliore, più veloce anche di Hirscher. Ma da parte sua non è mai arrivato, in gara, il risultato atteso. L’ultima sua vittoria risale al 2011 e venerdì, finalmente, è riuscito a dimostrarsi il migliore dopo l’ineccepibile Pinturault. Cosa manca dunque ad un atleta così per primeggiare costantemente in coppa del mondo? Com’è possibile che uno sciatore sia sempre il migliore in allenamento e poi non riesca a rendere al cento per cento in gara?

Lo sci è tecnica e forza fisica, questo lo vede anche l’occhio meno esperto. Ma i muscoli fanno poco senza una mente vincente. Coraggio, motivazione, concentrazione e determinazione partono dalla testa per arrivare fino agli sci. Capita spesso che anche lo stile più perfetto venga vanificato da una mancata attivazione mentale, prima di aprire il cancelletto. A volte la causa è rappresentata dalle aspettative eccessive, dalla paura di perdere o di farsi male. Gli atleti si confrontano con queste preoccupazioni nell’arco di tutta la loro vita agonistica e solo i migliori, nel tempo, imparano a gestire ogni tipo di ansia. Spesso questo aspetto viene sottovalutato, ma non è un caso se molti idoli sportivi sono seguiti da psicologi dello sport o da figure professionali che li aiutano nelle tecniche di mental training.

Hirscher, in questo weekend, ha dimostrato di essere il più forte anche mentalmente! Lui che in allenamento non è sempre il migliore, è però una macchina da guerra e sicuramente un atleta da competizione. Lui non fa calcoli e riesce sempre a dare il cento per cento in gara. Apprezzato per le sue interviste sempre obiettive, sincere e realistiche, non perde mai la concentrazione, non si avvilisce e non si esalta mai più del dovuto. Sabato, dopo la prima manche, aveva dichiarato di aver fatto la discesa di gigante più difficile di sempre, da quando corre in coppa del mondo. Terreno mosso, poca visibilità e pista ripida non hanno scoraggiato il grande Hirscher, che nella seconda manche è andato a prendersi con la grinta e con i denti la vittoria.

Che l’aspetto psicologico sia fondamentale anche ai massimi livelli ce lo dimostra oggi Viktoria Rebensburg che nello stesso giorno, sulla stessa pista e nelle stesse condizioni, esegue due manche completamente diverse, passando da un dodicesimo posto, ottenuto senza errori, ad una manche esaltante che le fa portare a casa il secondo posto. Forse troppi calcoli per lei in questo finale di stagione o qualche altro pensiero non le hanno permesso di trovare il giusto stato mentale nella prima manche. D’altronde i grandi campioni non sono solo muscoli e tecnica: i migliori non perdono mai l’occasione di mostrare i frutti della loro mentalità vincente. Riescono a dare il meglio di loro stessi e sanno fare i calcoli solo a fine gara. Nulla li distrae dai loro obiettivi e se ogni tanto perdono sanno reagire sportivaMENTE.

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