Bronzo nella staffetta mista agli scorsi Giochi Olimpici di Sochi e due vittorie nella Coppa del Mondo di biathlon: una in staffetta nel 2011 a Oberhof e la più recente a Canmore nella mass start della pista canadese. Stiamo ovviamente parlando di Dominik Windisch che si è gentilmente offerto ai nostri microfoni per un’intervista sulla stagione in corso e i prossimi campionati mondiali. Un ragazzo gentile e disponibile, Windisch dà subito l’impressione di essere maturo e serio nel proprio lavoro, ma pronto a scherzare quando l’occasione lo consente.
La testa è focalizzata ad Oslo, dopo le due tappe nel nord America che hanno portato la prima vittoria individuale al biathleta italiano. Le parole di Windisch marcano la motivazione per questo nuovo impegno: “ovviamente sono molto motivato dopo le gare in America, ma mi sono goduto le ultime due settimane qui a casa. Adesso però voglio concentrarmi di nuovo su di me perché le gare a Oslo saranno importanti e devo stare con la testa al posto giusto”.
Nonostante la voglia di trovare la stessa serenità anche durante le gare del mondiale di Oslo, la memoria di quella stupenda vittoria nella mass start di Canmore rimane indelebile: “è stato veramente emozionante, un sogno che è diventato realtà da un momento all’altro: un momento che passa troppo veloce ma che rimarrà sempre nei miei ricordi, sia per la vittoria in sé, che per le emozioni della squadra e dei tecnici, perché è quello che dà più valore”.
Windisch sa perfettamente che il livello attuale nel biathlon è talmente alto che anche con uno 0-0 al poligono bisogna andare fortissimo ma questo non lo spaventa ,“perché sai che quando arrivi sul podio hai fatto qualcosa di veramente grande ed è bello gareggiare con i migliori. È già bello essere lì anche se arrivi 20esimo: devi accontentarti se sai di aver dato tutto. Ormai non basta andare più sugli sci, devi anche essere perfetto al tiro che non è facile. Deve essere tutto perfetto, anche i materiali”.
La genuinità del ragazzo azzurro arriva evidente, quando gli si prova a chiedere quale tipologia di gara sia la sua preferita, non c’è una risposta univoca, visto che i migliori risultati in carriera sono arrivati nelle gare “non perfettamente adatte a me”, come l’individuale, ma un piccolo voto potrebbe essere dato “alla mass start, perché è difficile partecipare, essendoci solo i migliori 30. Lì si può vedere il livello attuale visto che anche io che devo sempre qualificarmi sono riuscito a vincere una mass. I primi 40 possono tutti vincere”.
La squadra è un elemento fondamentale per Windisch che, oltre alla vittoria nella mass di Canmore, può ben ricordare la staffetta di Sochi. “È sicuramente tra i ricordi più belli: la staffetta mista è il massimo, ci sono entrambe le squadre e si festeggia tutti insieme”. Una sensazione che confermerà più tardi quando dirà che“sbagliare in staffetta è ancora più brutto, perché non corri solo per te ma anche per gli altri. Hai più pressione anche per quel motivo”.
Non lo spaventa però la pressione, derivante da quella biathlon-mania che sta contagiando l’Italia, anzi è qualcosa di cui va fiero, “perché anche io da piccolo mi sono innamorato di questo sport, e adesso tocca a loro portare questo amore, alla gente in Italia. Crescerà la pressione, ma è pressione positiva”, anche per quanto riguarda gli obiettivi di questo Mondiale. L’obiettivo principale è come sempre “far bene il proprio lavoro, poi ovviamente speriamo esca anche una medaglia. Direi bugie se non lo dicessi”.