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Dorothea Wierer ha rilasciato un’intervista a l’AGi in cui ha parlato della stagione appena conclusa, ma anche della preoccupazione per l’emergenza coronavirus. “Lo sport in questo momento non è la cosa più importante” spiega l’altoatesina dalla sua casa in Val di Fiemme, “c’è ancora troppa gente sulle strade. Io resto a casa, dormo, mangio, faccio pulizia negli armadi, selezione le scarpe, quelle che non mi piacciono più le regalo. Ero pronta per andare in vacanza in Oman, niente da fare, resto sul balcone di casa e curo le piante“. Ma la sorridente Dorothea trova il lato positivo anche in questa situazione: “La mia agenda era piena di impegni, tutti saltati, non mi era mai accaduto restare a casa due settimane di fila al termine della stagione. Beh, sotto un certo punto di vista dico anche: finalmente“.[the_ad id=”248876″]
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La stagione di Doro è stata trionfale: prima ha conquistato due ori e due argenti ai Mondiali di Anterselva e poi ha vinto la seconda Coppa del Mondo generale consecutiva, prima atleta italiana a riuscirci. Proprio ricordando la rassegna iridata casalinga, Wierer racconta di come l’oro dell’inseguimento le abbia “tolto un grande peso, mi sono goduta l’ultimo giro davanti ai miei tecnici e ai miei tifosi“. “Non avrei mai pensato di portare a casa quattro medaglie, devo dire che è andata più che bene” confessa la 29enne (30 anni il prossimo 3 aprile). Wierer poi conferma la sua opinione sul fatto che l’Ibu non abbia voluto far saltare anche le gare di Kontiolahti: “Sì, ho espresso il mio parere perché il biathlon era rimasto l’ultimo sport invernale ancora attivo, non era possibile. Una volta che si erano fermati Formula 1, Nba, calcio e tanti altre eventi mi sembrava ridicolo proseguire alle notizie di persone che morivano” spiega l’altoatesina che aveva duramente attaccato l’International Biathlon Union.Proprio la sprint di Kontiolahti sembrava aver condannato Wierer al secondo posto in classifica generale, il che sarebbe stata una beffa per colei che ha indossato il pettorale giallo di leader per quasi tutta la stagione. “Dopo la sprint pensavo di aver perso la Coppa del mondo poi l’ultima gara ha avuto mille sfaccettature. Sono partita con un distacco di oltre un minuto che già di per se penalizza molto, poi l’aspetto psicologico era difficile perché il pensiero era rivolto alla situazione che c’era in Italia“. Infatti, Wierer ha voluto dedicare un pensiero speciale al proprio Paese scrivendo sulla carabina “Andrà tutto bene. Vinceremo insieme“. Nell’inseguimento è successo di tutto: dopo il primo poligono la Coppa sembrava prendere la strada dell’Italia, dopo la seconda serie si è trasformato in un testa a testa, poi quei due errori nel terzo poligono sembravano la fine. Ma nel biathlon tutto può cambiare in un secondo e la norvegese Eckhoff ha sentito la pressione nell’ultima serie, commettendo ben tre errori e favorendo il rientro dell’azzurra. “Sapevo che per restare in testa alla classifica sarebbe servito un miracolo: alla fine la fortuna è stata dalla mia parte. Ho voluto vincere per l’Italia, sono felice ma adesso la gara è su un altro fronte dove lo sport non è così importante e può aspettare“.
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