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Tennis, WTA Mallorca: Jankovic “Ma cado solo io qui? Mi sento Bambi sul ghiaccio”

Jelena Jankovic - Foto Michele Galoppini

dagli inviati a Mallorca, Michele Galoppini e Giulio Gasparin

Un’altra giornata ricca di tennis al WTA di Mallorca, in corso a Calvià, piccolo borgo a pochi chilometri da Palma di Mallorca. Nel penultimo giorno della competizione sono andate in scena le semifinali di singolare, e per voi abbiamo raccolto le parole di tutte le protagoniste del singolare: Kirsten Flipkens, Caroline Garcia, Anastasija Sevastova e Jelena Jankovic.

Potete ascoltare tutte le parole delle protagoniste, in inglese, in questo podcast:

Kirsten Flipkens

Ero avanti di un break nel primo set, poi lei ha giocato alla grande, devo ammetterlo. Poi sul 4-5 ero sotto 0-40 al servizio, ho fatto due punti e poi c’è stata quella chiamata quantomeno molto dubbiosa, la pallina ha preso il nastro ed è caduta fuori, dopotutto ero lì a due passi e l’ho vista, ma il giudice di sedia no.

Sono pronta alla finale di doppio ora. Il doppio mi diverte sempre ed è, soprattutto sull’erba, una buona occasione per mettere nelle gambe match su questa superficie.

Vorrei giocare ad Eastbourne ora, ma sono nelle qualificazioni. Dovrei volare là stanotte e poi giocare due match consecutivamente domani. Il mio cuore mi dice di andare, ma la mia testa mi dice giustamente di riposare. Adoro l’erba, ma il mio fisico deve riposare, soprattutto in vista di un appuntamento importante come Wimbledon.

Clijsters ed Henin hanno fatto un lavoro pazzesco per il tennis belga, in generale. Hanno reso il tennis famoso, in un piccolo stato come il nostro che ha prodotto due campionesse immense. Può essere difficile a volte, ormai sono abituati bene e si aspettano sempre grandi risultati, ma io non sento la pressione e seguo la mia strada.

Caroline Garcia

Oggi ha pagato l’essere più aggressiva, per evitare che lei potesse gestire gli scambi con il suo pericolosissimo rovescio slice. Non ho giocato come avrei voluto nel secondo set, ma per fortuna è andata bene nel terzo.

Avere tante finali alle spalle aiuta di sicuro, ma ogni finale è a sé ed è sempre e comunque l’ultimo step di un torneo, quindi un po’ di pressione si fa sentire, anche se si è imparato un po’ a gestirla dopo le prime finali. Non dico chi preferirei in finale, ma so in ogni caso che sarà un match tosto, come tutte le finali. Conosco la Jankovic, è stata numero 1 ed ha molta esperienza, ma non conosco bene la Sevastova.

L’erba comunque è la superficie più stancante per noi giocatrici, perché sebbene gli scambi siano più brevi, bisogna sempre stare bassi alla ricerca della pallina, il cui rimbalzo non è sempre prevedibile. Soprattutto per le ginocchia e per la schiena. Non saprei bene il perché ma è così.

Va un po’ meglio con la stampa francese, stavolta L’Equipe ci ha messo in prima pagina dopo la finale del Roland Garros [sorriso orgoglioso]. Comunque è parte del nostro lavoro, va bene così.

Anastasija Sevastova

Forse non saprò giocare sull’erba, ma i dropshot li so giocare, soprattutto quello lungolinea, che è il mio colpo preferito.

Quando perdi un parziale devi fare qualcosa di diverso ed io ho provato a mixare il ritmo. Nel primo ho voluto strafare e ovviamente non è andata bene, anche se le mie occasioni di rientrare le ho avute.

Cosa provo ad aver battuto Bouchard e Jankovic? Non so, ora come ora non provo assolutamente niente, sono solo stanchissima [risata].

Come recupero da un match tosto all’altro? Non recupero [risata], ci provo e basta. Qui farò un po’ di Icebath e qualche massaggio, domani starò alla grande.

Quando fai un errore stupido che ti costa un game cerchi di non pensarci ma nei punti successivi continui a pensarci. Provi in qualche modo a vincere il game successivo per rifarti e basta. Anche perché se ci pensi troppo finisci che poi perdi tutta la partita.

Sì, ho effettivamente provato a farla correre il più possibile, ma in realtà non era proprio il mio piano iniziale [risata]. Un po’ è il mio gioco, non penso troppo, cerco di aprirmi il campo e fare il mio gioco.

Jelena Jankovic

Credo di aver dato un tirone ai muscoli della gamba destra e da quel momento il mio servizio è crollato. Ed il servizio sull’erba è essenziale e quindi il mio gioco ne ha risentito molto. Non dovrebbe essere nulla di che, comunque. E oggi continuavo a scivolare! Ho perso l’equilibrio più volte, forse perché il sole è calato e l’erba è diventata più umida. Così io mi sento a disagio e mi muovo malissimo.

La Sevastova nei momenti chiave ha trovato certi angoli pazzeschi, che onestamente non so come abbia fatto. Brava lei, davvero. Anche se a volte mi sa che le è uscito il colpo perfetto…quando ha mancato la palla [risata].

Scusate se ho sto raffreddore. Deve essere a causa di quella doccia fredda di un paio di giorni fa. Ho messo lo shampoo e brrrr, mi sembrava di congelare [risata]. Completamente gelida.

Guardate, senza cerotti, che ferita ho. A momenti mi si vedeva l’osso… ora ai party non posso nemmeno mettere i miei vestitini, solo pantaloni lunghi… e pure larghi [risata]. L’unica sempre con i pantaloni lunghi, l’unica!

Ma sono solo io a cadere in questo torneo? Mi sento come Bambi sul ghiaccio…

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