È Rafael Nadal il primo finalista dell’edizione 2016 del Rolex Masters di Montecarlo. Lo spagnolo ha sconfitto la testa di serie numero 2 Andy Murray con il punteggio di 2-6 6-4 6-2 in ben 2 ore e 43’ di partita, nella più nobile delle due semifinali del Principato, che vedeva in campo un palmarès complessivo di 16 tornei del Grande Slam, 38 Masters 1000 e 2 ori olimpici. Era peraltro la terza occasione in cui i due fab four si affrontavano in semifinale a Montecarlo, dopo le due del 2009 e del 2011, vinte entrambe dal maiorchino. L’ultimo precedente sul rosso, tuttavia, sorrideva a Murray, con la finale di Madrid dello scorso anno vinta nettamente dal britannico.
Percorso netto per l’iberico fino all’appuntamento odierno, con tre partite vinte senza lasciare nemmeno un set per strada; viceversa, lo scozzese non aveva convinto pienamente né all’esordio contro Herbert, né soprattutto agli ottavi contro Paire, con il francese in grado di arrivare a due punti dalla vittoria, mentre in quarti aveva passeggiato su un esausto Raonic, reduce da più di cinque ore di partita nei due incontri precedenti.
Si parte con Murray che prova a essere aggressivo e spingere sul rovescio di Nadal, portando a casa il primo game. Anche in risposta l’atteggiamento dello scozzese è propositivo: grazie a una risposta di rovescio inside-out si guadagna la prima palla break dell’incontro, mancata però con un dritto che si spegne debolmente in rete. Dopo aver tenuto agevolmente il servizio del 2-1, Murray inizia il quarto game con una meravigliosa palla corta dopo uno scambio prolungato, ma sciupa un’altra situazione potenzialmente positiva, facendosi rimontare da 0-30. Il britannico comunque continua a vincere, inaspettatamente, la maggior parte degli scambi oltre i nove colpi. Il sesto game si apre con una polemica relativa a una mancata chiamata da parte dell’arbitro su un punto poi vinto da Murray, che si porta 0-40 e mette a segno il fatidico primo break dell’incontro. Il numero due del mondo è in versione deluxe e, dopo aver annullato le prime due chance di break per Nadal, si porta sul 5-2 al termine del game più lungo del primo set, chiuso con uno splendido cross di rovescio vincente. Qui lo scozzese sfodera un altro dropshot magistrale per portarsi a set point, concretizzato poi con un dritto in rete di Nadal, per il 6-2 del primo parziale con ben 13 colpi vincenti a referto per Murray.
Il mancino di Manacor è costretto, a questo punto, a provare qualcosa di diverso e comincia il secondo set affacciandosi a rete e spingendo maggiormente, conquistando subito il break in apertura di secondo set, anche grazie a un Murray per la prima volta falloso al servizio. Il livello di gioco dell’iberico si alza, ma il campione olimpico in carica tiene molto bene gli scambi prolungati e conquista subito il controbreak. Il dropshot continua ad essere una soluzione molto usata da Murray, mentre Nadal trova colpi in top spin molto più penetranti rispetto al primo set, vincendo così anche uno scambio pazzesco nel sesto gioco. Il settimo game è quello cruciale, con il passaggio a vuoto dello scozzese che concede, con uno smash non chiuso, il break decisivo per il secondo parziale a favore di Nadal; lo spagnolo chiude agevolmente per 6-4, con un Murray che sembra iniziare ad accusare una maggiore stanchezza, pagando anche un basso 42% di prime palle in campo nel set.
L’inizio del set decisivo è contrassegnato da errori eclatanti del britannico, il cui serbatoio di energie psico-fisiche sembra sempre più vuoto. Nadal non si fa pregare e affonda subito il break, proprio grazie alla palla corta tanto adoperata fino a quel momento dallo scozzese. A questo punto l’agonismo di Rafa ha ormai preso in mano le redini dell’incontro, mentre il Murray leonino del primo set ha lasciato spazio a un gattino indifeso di fronte alle bordate dello spagnolo. I giochi scorrono via rapidamente, il numero due del mondo commette altri errori di precisione nel game di servizio sul 1-3 e in breve siamo all’epilogo, nonostante un encomiabile sussulto finale di Murray, per il definitivo 2-6 6-4 6-2 in favore di un ottimo Nadal, capace di una reazione straordinaria dopo un primo set che avrebbe potuto scoraggiare (quasi) chiunque.
Lo spagnolo conferma quindi la tradizione positiva con Murray (17-6 negli h2h complessivi, 7-1 sulla terra) e piazza la vittoria numero 57 su 61 incontri disputati a Montecarlo, con un solo ostacolo rimasto per aggiungere il nono trofeo del Principato alla sua ricchissima bacheca. Nella centesima finale personale a livello ATP (diretta domani dalle 14:30 Sky Sport 2), comunque vada il derby d’oltralpe tra Monfils e Tsonga, partirà evidentemente favorito, non avendo mai perso nemmeno un set nei sei precedenti su terra battuta giocati contro i due transalpini. Lo spagnolo peraltro ritrova la finale in un Masters 1000 a distanza di quasi un anno dal già citato torneo di Madrid 2015 e proverà a raggiungere il ventottesimo titolo della categoria, agganciando il detentore del record Novak Djokovic.