Nessuno discusso e divisivo come lui, ma nessuno ha segnato quanto lui nell’anno solare 2024 in tutte le competizioni tra chi gioca in Serie A. Dusan Vlahovic si avvia a chiudere un anno da montagne russe, in cui a ogni grande serata hanno fatto seguito partite a secco, critiche, errori sottoporta: altalenante, a volte indolente, forse troppo nervoso, ma sa come si segna e lo ha dimostrato anche – con l’aiuto della goal line technology – contro il Manchester City in una serata che può essere quella della ripartenza sia per la Juventus che per lo stesso serbo.
LA JUVENTUS E VLAHOVIC DEVONO AIUTARSI A VICENDA
Deve riprendersi definitivamente i suoi tifosi, che lo hanno additato come uno dei problemi di un avvio strano del nuovo progetto di Motta: prima delle vittorie sfavillanti e i suoi gol, poi troppi pareggi e la sua vena realizzativa che si è pian piano seccata, quindi anche un infortunio a rallenatarlo. Il riscatto, l’ennesimo, contro una squadra inspiegabilmente in crisi come quella di Guardiola deve spingere il bomber bianconero a far bene anche in campionato, dove c’è un filo interrotto da riprendere, quello col gol. Bersagliato e contestato, Vlahovic ha bisogno di una parola magica, la continuità, ma per metonimia va esteso anche alla Juventus. In questo momento, Vlahovic è la Juventus, hanno gli stessi obiettivi e devono necessariamente aiutarsi a vicenda contro il Venezia fanalino di coda. Il campionato non aspetta più, l’Atalanta è un treno in corsa, il Napoli ha comunque la sua credibilità, l’Inter non ne parliamo, e poi Fiorentina e Lazio che non sono più sorprese: non si può prescindere dai tre punti e Motta lo sa, per questo chiederà a Vlahovic di segnare ancora e di rimettersi sul cammino giusto per fare il salto di qualità definitivo che tutti – o almeno, molti – si aspettano.
VLAHOVIC E I NUMERI CONTRADDITORI
Anche perché, lo dicono i numeri: 22 gol segnati in un 2024 nel quale ha ricevuto più critiche che complimenti. Ha fatto meglio di Retegui e Thuram, che inseguono a quota 18, e in pochi anni ha segnato già 51 gol con la maglia bianconera. In campionato, però, il serbo è a secco addirittura dallo scorso 27 ottobre, dal 4-4 pirotecnico con l’Inter, e ha trovato enormi difficoltà anche a costruirsele le chance, per poi sprecare quelle poche capitate. Adesso è il momento di scrollarsi di dosso i dubbi di un’intera tifoseria e di prendersi le responsabilità che vengono richieste a quello che viene dipinto come uno degi top-attaccanti del campionato. Che quando manca, lo fa notare: la Juve ha ottenuto praticamente la metà dei punti quando Dusan è out rispetto a quando Vlahovic è in campo negli ultimi due anni. Prendersi per mano la squadra e trascinarla alla vittoria in una partita trappola contro una squadra sì ultima, ma che ha fatto vedere cose interessanti e ha pagato spesso le ingenuità tipiche di una neopromossa che non fa della qualità e dell’esperienza la sua arma migliore. Anche Di Francesco vuole salvare la panchina e dare la sferzata che serve alla sua stagione e allo Stadium potrebbe essere una partita meno scontata del previsto. Almeno, i lagunari ci sperano.
VLAHOVIC E I SUOI FRATELLI: LUKAKU VUOLE RIPRENDERSI IL NAPOLI
E c’è un altro bomber che sembra aver perduto il filo del discorso. Romelu Lukaku non è più il fulcro del Napoli di Conte ormai da un pezzo e sta segnando col contagocce, toccando pochi palloni e calciando pochissimo verso la porta. E con l’infortunio non da poco di Kvaratskhelia, tocca al belga prendersi l’attacco sulle sue possenti spalle e mantenere le promesse di inizio stagione: segnare, segnare e segnare, decidere le partite come avvenuto di recente solo contro la Roma. Il doppio ko contro la Lazio ha fatto emergere le difficoltà degli azzurri e tra queste c’è la scarsa connessione con Lukaku. Da centro di gravità permanente a ospite ingombrante, il belga deve segnare e convincere a Udine, un campo senz’altro difficilissimo contro una formazione ostica e fisica. Il duello sarà con tutta probabilità quello con Bijol, che con un gol da attaccante vero a Monza ha reso ultimamente persino meglio di Romelu.