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E’ un caso che farà parlare a lungo quello delle pedane di Milano ai Mondiali di scherma, divenuto in poco tempo pretesto per alzare i toni a livello politico. L’ucraina Olga Kharlan, dopo aver accettato di gareggiare contro la russa Anna Smirnova, battendola, si è poi rifiutata di stringere la mano alla rivale, propendendo per un saluto con la lama, previsto dalle regole, salvo poi essere squalificata dalla Fie. Amareggiata e in lacrime una volta appresa la decisione: “Penso che abbiate visto tutto, l’unica cosa è che non ho voluto stringerle la mano. Sapevo che poteva esserci questa possibilità . Io ho proposto il saluto con la lama, lei non ha voluto farlo e l’arbitro mi ha detto che potevo andare via e dopo di questo mi sono riscaldata per l’assalto successivo, poi col controllo dell’arma mi hanno detto che volevano parlarmi. Mi è stato comunicato che avevo ricevuto il cartellino nero, ma non credo che sia stato l’arbitro. La decisione dell’arbitro è stata quella di non dare il cartellino nero. È molto crudele anche verso di lui, è molto crudele per tutti. Il sistema, questa Federazione, sta uccidendo tutti, anche gli arbitri”.
“Olga Kharlan ha vinto e ha mostrato dignità , chiedo alla Federazione internazionale di garantire i suoi diritti e consentirle di gareggiare”, ha aggiunto il ministro ucraino degli esteri, Dmytro Kuleba, su Twitter: “La russa ha perso e ha deciso di giocare sporco: i russi si comportano così anche sul campo di battaglia”.
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