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Intervistata da AGI, la fiorettista e campionessa olimpica di Londra 2012 Elisa Di Francisca si è raccontata tra il sogno di una nuova Olimpiade e il desiderio di dedicarsi completamente alla famiglia. Emozioni forti e contrastanti, forse acuite da questo periodo di quarantena: “Ovviamente il sogno di un’altra Olimpiade sta crescendo, quando sei un’atleta hai come una dipendenza da adrenalina e da medaglia. Se poi venissi nominata portabandiera a Tokyo – spiega la 37enne azzurra originaria di Jesi ma trapiantata a Roma – sarebbe un sogno, sarei portatrice dei valori di unità e solidarietà. Però c’è anche voglia di vivere e di casa, voglia di dare un fratellino o una sorellina a mio figlio Ettore. Ho vinto medaglie e vissuto momento bellissimi, ma la nascita di Ettore e’ stata una cosa forte.”
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Sul momento storico particolare, Di Francisca afferma: “E’ un momento drammatico, tragico. Ci sono tanti morti e ci saranno gravi problemi anche a livello economico. Vaccino? Bisognerà farlo e sarà per tutti, ho letto di Djokovic ma in questi momenti non penso sia giusto dire ‘io sono io’.” Per lei anche un’esperienza forte come il volontariato in Kenya nel 2012: “Mi hanno insegnato loro, sorridono pur vivendo in una zona ad elevata mortalità. Dovremmo imparare anche noi, io in primis. L’Olimpiade di Tokyo sarebbe un grandissimo simbolo di rinascita, io amo faticare e sacrificarmi e una medaglia è la miglior ricompensa. Sono valori che voglio insegnare anche a mio figlio.”
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