“Voteremo Usmanov perché non siamo interessati ad appoggiare una candidatura di pura testimonianza, né a perseguire una politica di contrapposizione, che, nella situazione data, rischierebbe di isolarci e renderci irrilevanti”. Lo ha detto il presidente della Federscherma, Paolo Azzi in un’intervista a Pianeta Scherma spiegando le motivazioni del voto al magnate uzbeko, che già in passato aveva ricoperto la carica ininterrottamente dal 2008 prima delle dimissioni annunciate a seguito delle sanzioni nei suoi confronti per l’invasione russa in Ucraina del 2022. “La Federazione Italiana Scherma non è stata tra le Federazioni che hanno firmato il sostegno alla candidatura di Usmanov. È una premessa importante e necessaria per stabilire una corretta narrazione”, ha aggiunto.
“Preferiamo lavorare per assicurare che l’Italia schermistica sia rappresentata all’interno della FIE in misura adeguata alla sua rilevanza – aggiunge Azzi -, certi come siamo di poter dare un contributo importante al governo della scherma mondiale, pronti al dialogo e alla collaborazione, ma sempre con la schiena dritta e fedeli ai nostri principi. Per il nostro sport sta per aprirsi una fase molto delicata: a livello CIO, tra pochi mesi, non potremo più contare sulla presenza al vertice di un Presidente schermidore; dopo Los Angeles, l’intero assetto degli sport olimpici sarà rimesso in discussione e la scherma sarà chiamata a difendere il suo spazio dalla pressione di nuove discipline mediaticamente ed economicamente forti. Con queste prospettive, il lavoro del prossimo quadriennio sarà fondamentale”.
A contendere la poltrona presidenziale ad Alisher Usmanov, sarà lo svedese Jan Sten Otto Drakenberg. “Per motivi di tipo procedurale, il sostegno di alcune federazioni alla candidatura del Presidente Drackenberg non è ancora stato formalizzato, ma sappiamo che esiste. In democrazia, la presenza di una candidatura alternativa e il confronto che essa comporta non sono mai un fatto negativo: resta il fatto che la candidatura svedese non sembra in grado di scalfire più di tanto l’ampio consenso internazionale di cui gode Usmanov”, le parole di Azzi.