Running

Intervista Running – Stefano Romano: “Allenamenti e progetti sociali. Così mi preparo per la 24 Ore di Biella”

Stefano Romano - Foto Sandro Marconi

Stefano Romano va di corsa, sempre. L’atleta torinese, laureatosi campione italiano della 24 ore su strada lo scorso settembre a Bussolengo (Verona) è già proiettato nel 2021. Il prossimo anno, il campionato italiano di specialità si svolgerà a Biella nell’ultimo fine settimana di Marzo, tra soli quattro mesi.

Stefano come va?

Abbastanza bene, grazie, nonostante la situazione difficile che si sta vivendo in queste settimane. Il Piemonte è stato zona rossa per circa un mese, in questi giorni stiamo vivendo i primi allentamenti alle restrizioni, ma oltre ai malati, ci sono altre categorie di persone che stanno soffrendo molto.

Ti riferisci ai ragazzi?

Certamente si. Questo nuovo lockdown, con la didattica a distanza e l’impossibilità di vivere ogni tipo di socialità è davvero pesante per loro.

Prima di parlare dei tuoi progetti a sostegno dei giovani e non solo, affrontiamo un attimo l’aspetto agonistico. Obiettivo Biella?

Ovvio. Sono campione italiano in carica, ritengo doveroso difendere il titolo. Dopo la Lupatotissima, ho recuperato bene, tanto da provare un’altra 24 ore dopo poche settimane. E’ stato un azzardo, ma volevo capire come avrebbe risposto il mio fisico. Le cose come previsto non sono andate per il verso giusto, ma è stata un’esperienza anche quella. Ora mi sto allenando con regolarità, anche perché non manca molto a Marzo e questo tipo di competizione richiede tempo per la preparazione.

A proposito di allenamenti, ho saputo che da qualche giorno hai anche dei nuovi compagni di fatica.

Si, sto seguendo insieme ai servizi sociali il Progetto Multiabili, un’iniziativa volta ad aiutare tramite la corsa e l’attività fisica le persone in difficoltà. Ci rivolgiamo a chiunque abbia dei problemi: persone in sovrappeso, gente in difficoltà economica o con problemi di varia natura. Al momento i numeri sono ancora esigui, ma l’obiettivo è quello di aumentarli, nell’ottica di proporre lo sport non come agonismo, ma come una sorta di medicina per uscire dalle difficoltà.

I tuoi nuovi allievi ti seguono?

Si e con molto entusiasmo. Voglio citare con orgoglio Luana, un signora sulla cinquantina, che dopo un approccio molto timido, adesso si è fatta regalare una tuta nuova per poter venire agli allenamenti.

Parliamo un attimo anche dei ragazzi. In primavera/estate c’era stato il progetto Sbarco, ora sento parlare di progetto Zattera.

Si tratta di un’iniziativa volta a coinvolgere in attività all’aperto i ragazzi delle scuole medie, quindi un po’ più grandi di quelli seguiti in estate. La stagione invernale in quest’ottica non ci favorisce, ma qualcosa bisogna pur fare per aiutarli

Come per lo Sbarco, userai la corsa e gli allenamenti per finanziare queste attività?

L’intenzione è proprio quella. Il progetto Sbarco è stato fondamentale per iniziare la preparazione in vista della Lupatotissima. Con la Zattera è possibile che avvenga qualcosa di simile.

Intuisco dal tono della tua voce che tu abbia già qualcosa in mente?

Si, mi  è venuto in mente di provare un everesting sul monte Musinè durante il periodo natalizio. Il Musinè è la montagna più orientale dello spartiacque che separa il bacino della Dora Riparia da quello della Stura di Lanzo: l’obiettivo sarebbe percorrerlo su e giù per 12 volte. Non mi dò limiti di tempo per finirlo. Nei prossimi 5-10 giorni, in base a come stanno le gambe negli allenamenti, deciderò se posso provarci o meno.

In questi giorni il percorso è ricoperto di neve

Infatti, l’idea comincia proprio a piacermi (ride, ndr).

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