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La vittoria alla Maratona di Pisa lo scorso 17 Dicembre, il successo al Trofeo Lidense di Ostia a metà gennaio, i propositi per un 2018 di alto livello con l’assalto al primato personale in maratona e poi, improvvisamente, a fine gennaio arriva lo stop. Un problema al ginocchio non consente più di correre all’italiano del running, di allenarsi regolarmente. Antonino Lollo racconta in un’intervista esclusiva a Sportface.it le sensazioni di questo brutto periodo.
Antonino, il 2018 doveva essere in un certo senso l’anno della tua conferma agonistica dopo il bel successo di Pisa e la confortante prova di Ostia. Invece che cosa è successo?
“E’ stata una cosa inaspettata. Stavo benissimo. Dopo Pisa avevo ripreso subito ad allenarmi. La gara di Ostia mi aveva lasciato ottime sensazioni. Con il mio allenatore, Saro Naso, si era già impostato un programma per tentare una maratona in primavera, poi a fine gennaio i programmi sono crollati. Il ginocchio ha iniziato a farmi male, non riuscivo più a correre”.
Diagnosi?
“Eh bella domanda (ride, ndr). Ci è voluto un po’ di tempo per capire a che cosa era dovuto il problema. Alla fine, dopo diverse visite, siamo riusciti a determinare che il problema al ginocchio era una conseguenza di un non corretto movimento della caviglia”.
Un problema posturale quindi?
“Esatto, ma per capirlo ci siamo dovuto andare dietro un bel po’”.
Dalla tua voce percepisco che non è stato un periodo facile.
“Tutt’altro. Non potevo correre e per un certo periodo non riuscivo nemmeno a capire il perché. Mi sono dovuto fermare proprio nel momento meno opportuno, ossia quando la preparazione stava entrando nel vivo”.
Domanda cattiva: come si sta da infortunati?
“Malissimo. Per fare un paragone si può dire che l’infortunio è come una gara, la più difficile da correre e da vincere. Non dipende solo da noi stessi, bisogna aver tanta pazienza e non demoralizzarsi”.
Come ne stai uscendo?
“Sto lavorando durissimo in palestra con esercizi posturali e di propriocettività per correggere l’appoggio e nel contempo migliorare la forza e la resistenza dell’articolazione. Pian piano ho anche ripreso a correre e domenica scorsa ho finalmente assaporato il piacere di una gara, ovviamente senza particolari ambizioni, non avrebbe senso in questo momento”.
Senza particolari ambizioni, ma intanto alla 10km del Manzoni, a Lecco, sei arrivato 10° assoluto.
“Mi ha fatto molto piacere innanzitutto tornare a respirare l’aria della competizione. Ho corso in 32’10’’ e sono stato anche il 4° italiano. Le prime 3 posizioni sono andate ai keniani, mentre al 4° posto è arrivato Yassine Rachik, sicuramente in fiducia dopo la convocazione per la maratona agli Europei di Berlino. Poter intravvedere in gara atleti di questo calibro, mi ha dato grande fiducia”.
Grande fiducia, tanto che il 1 maggio ti sei rimesso le scarpe da corsa
“Si ho deciso di buttarmi in gara a Camerate, vicino a Cantù. Una gara di circa 10km, 5° posto assoluto, senza preparazione specifica. Segno che i muscoli e lo spirito sono ancora forti. Ora bisogna ritrovare la condizione”.
Che programmi hai?
“Innanzitutto devo continuare a lavorare per risolvere definitivamente il problema all’articolazione. Non inizierò, d’accordo con il mio tecnico, un programma specifico, almeno per i prossimi 20 giorni. Poi vediamo, se tutto va come spero, vorrei lavorare per essere competitivo prima dell’estate su una 10km in strada e , magari, ad inizio autunno provare una mezza maratona”.
E la maratona?
“Per adesso non ci penso, è troppo presto. Guardando il calendario, c’è il campionato italiano a Ravenna a Novembre. Però è veramente prematuro, prima devo essere competitivo sulla 10km e sulla mezza distanza”.
Senza dimenticare che a dicembre è in programma la Maratona di Pisa
“Ecco bravo, quella mi porta bene, magari ci torno (ride, ndr). Una cosa però è certa…”
Che cosa?
“Questo infortunio mi sta rendendo ancora più determinato. Tornerò e tornerò più forte di prima”.