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Si è svolta sabato 10 marzo, con partenza alle 10.00, la terza edizione della 6 Ore della Reggia di Caserta, manifestazione valida come Prova del 16^ Gran Prix IUTA di Ultramaratona ed organizzata da Maria Vozza ed Agostino Rossi, insieme alla Podistica Caserta, con il patrocinio dell’amministrazione comunale e della Sovrintendenza della Reggia.
Successo finale per Silvio Trivelloni. Il portacolori della SS Lazio Atletica Leggera ha corso 85,400 km, precedendo il biellese Stefano Velatta (Atletica Paratico, 83,945 km) ed l’atleta di casa Leonardo Cecere (Atletica Marcianise ASD, 80,370 km). In campo femminile ha invece trionfato Valeria Empoli (Bergamo Stars Atletica, 65,520 km), davanti a Maria Loreta Bellobuono (Runcard, 62,544 km) ed Addolorata Trisolino (Runcard, 60,852 km)
Sportface.it ha raggiunto telefonicamente Stefano Velatta, raccogliendone le impressioni a caldo.
Stefano, prima di tutto dove ti trovi?
“Sono in treno, insieme al mio amico Stefano Castoldi dell’ASD Olimpia Runners, che ha gareggiato percorrendo 64,909km. Stiamo andando da Caserta a Napoli, da qui raggiungeremo in aereo Bergamo e poi in macchina verso Biella. Se tutto va bene, sarò a casa verso le 2.00 di stanotte. Meno male che domani non devo lavorare, come quella volta dopo la gara a tappe in Sardegna (ride, ndr)”.
Perché, cosa successe?
“Arrivai a casa alle 5.10 del mattino dopo 3 giorni di gare ed alle 5.20 avevo la sveglia per andare a fare il primo turno del lunedì in fabbrica. Una situazione fantozziana (ride, ndr)”.
Come è andata la gara di oggi?
“Posso usare un solo aggettivo: spettacolare. Mai vissute sensazioni simili: le prime 3 ore direi sportivamente tragiche, le seconde, invece, esaltanti”.
Spiegaci meglio.
“Sabato scorso, agli assoluti di cross a Lucca, sono stato vittima di una brutta caduta nel fango subito dopo la partenza, insieme ad altri concorrenti. Sono caduto in un fosso e mi hanno calpestato sia la mano, che una coscia. Una scarpa chiodata mi ha provocato un taglio di 30 cm sul quadricipite. Nella concitazione del momento, avevo anche provato a continuare la gara, fermandomi però poco dopo. Per diversi motivi, non sono riuscito ad andare subito in ospedale, per cui sono tornato a Biella in condizioni precarie. Domenica mi sono anche allenato bene, correndo 35km a 3.48/km di media insieme a Matteo Lometti, sulla pista dell’aeroporto. Lunedì, però, avevo dolore alla coscia e mi sono dovuto fermare. Anche martedì e mercoledì ho solo corricchiato qualche chilometro, sempre convivendo con il dolore”.
Niente farmaci?
“Per carità. Io non voglio incorrere in problemi con i controlli antidoping. Con quello che si sente in giro, la buona fede non basta. Certo si può segnalare l’utilizzo di farmaci o pomate a scopo terapeutico, ma io non mi fido e non voglio che la mia immagine di atleta corretto sia macchiata a causa di qualche leggerezza. Preferisco convivere con il dolore”.
Quindi sei arrivato in condizioni precarie a questa gara?
“Precarie a dir poco. Alla partenza avevo brutte sensazioni, sentivo pulsare il quadricipite. Ho corso in sofferenza. Giravo a 4.30 -4.40/km e non riuscivo a trovare il ritmo, facevo fatica. Trivelloni è partito subito forte ed altri atleti gli sono andati dietro”.
Una brutta situazione.
“Decisamente. Alla 3^ ora di gara ero in sesta posizione con 7-8km di svantaggio da Trivelloni. Dopo 3 ore avevo percorso solo 38km, troppo pochi per sperare di vincere”.
Hai pensato di ritirarti?
“Sinceramente sì. Mi sono anche fermato per togliermi le spille del pettorale”.
Ma non l’hai fatto.
“Guarda, sono stati attimi difficili, non mi sentivo bene, però d’altro canto, dopo il ritiro alla Torino-Saint Vincent dello scorso Ottobre, quando mi ero dovuto fermare per i crampi al km 85, mi ero ripromesso di non ritirarmi mai più. Ho pensato anche agli organizzatori, che mi hanno invitato. Sarebbe stata una mancanza di rispetto anche nei loro confronti”.
Quindi?
“Quindi ho appuntato di nuovo il pettorale alla canotta e sono ripartito. E la gara è girata”.
Quanto conta la testa in una situazione del genere?
“Tantissimo. La testa oggi è andata oltre i muscoli. Mi ha detto di andare avanti, quando il corpo mi diceva di fermarmi”.
Dicevi che la gara è girata. Raccontaci.
“Ho cominciato a ‘carburare’. Le gambe pian piano si sono sciolte, ho iniziato a girare a 4.20 – 4.10 – 4.00 al km. Ho corso le ultime 2 ore di gara ad una media di 3.38/km e l’ultima ora addirittura a 3.30/km di media. Ho fatto circa 46km nelle ultime 3 ore. Una progressione esaltante, in cui il pubblico, che ringrazio, mi ha dato una grande mano, incitandomi per tutto il tempo. Ho recuperato diverse posizioni e km, se avessi ancora avuto a disposizione 15-20’ , forse avrei potuto superare Trivelloni. In ogni caso, con i “se” non si fa la storia: lui è un ottimo atleta, oggi è stato bravissimo, gli faccio i complimenti perché ha corso veramente forte. Da parte mia, sono contentissimo per il mio secondo posto. Pensa che è la mia seconda miglior prestazione in assoluto in una 6 Ore”.
Stefano, prima di lasciarci, ancora qualche curiosità. Alimentazione per una 6 Ore?
“Tocchi un tasto dolente (ride, ndr). Venire a Caserta, con quel che propone la cucina da queste parti e dover fare alimentazione da atleta, è un vero supplizio. Ieri a pranzo ho mangiato pasta in bianco e pollo, mentre a cena nuovamente la pasta e pane con olio di oliva. Questa mattina, per colazione, alle 6.00 in punto, riso bianco e sgombro al naturale, un pesce molto ricco di proteine”.
E dopo la gara? Non dirmi pasta in bianco perché non ci credo.
“E fai bene a non crederci (ride, ndr). Subito dopo la gara, Stefano (Castoldi, ndr) ed io ci siamo fiondati in una pasticceria che avevamo “puntato” ieri sera e ci siamo mangiati una bella porzione di pastiera napoletana”.
Emozioni, pubblico, ambiente. Mi sembra di capire che questa gara ti abbia piacevolmente colpito.
“Vero. Devo ringraziare l’organizzazione, veramente perfetta. Ci hanno accolto in maniera impeccabile e fatto sentire come a casa nostra. Molto bello anche il percorso, pianeggiante ma tecnico: niente asfalto, tutto sterrato e “ghiaietta” bianca, con curve anche impegnative. Il tutto di fronte allo splendido scenario della Reggia”.
Ora torni a casa e che fai?
“Domani andrò sicuramente a farmi vedere questa coscia. Poi definirò gli allenamenti in previsione della 100km di Seregno di metà aprile, il vero obiettivo di questa prima parte di stagione”.
Hai già in mente qualche gara per rifinire la preparazione?
“Il 25 marzo farò la Biella-Piedicavallo. E’ una gara di 19km in salita che parte da centro di Biella. La salita è corribile, per dare un’idea, si impiegano mediamente 5’ in più rispetto al tempo in cui si corre per una mezza maratona. Il percorso è bello per cui, se posso, consiglio agli appassionati di farci un pensierino. Il 2 aprile, lunedì di Pasquetta, sarò probabilmente a Russi (Ravenna) per la Maratona del Lamone. L’ho fatta già lo scorso anno: il percorso è pianeggiante e consente di impostare ottimi ritmi”.